Nelle motivazioni, il giudice scrive che l'uomo durante l'interrogatorio, avrebbe maldestramente finto l'infermità mentale
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Deve restare in carcere Ousseynou Sy, l'autista che il 20 marzo ha sequestrato un bus con 51 bambini a bordo e gli ha dato fuoco. Lo ha deciso il gip di Milano, Tommaso Perna, che ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare. Il dirottamento del mezzo configura il reato di strage aggravata dalla finalità terroristica. Confermati anche i reati di sequestro di persona, resistenza e incendio.
Facendo riferimento a "voci" di "bambini morti in mare" che l'avrebbero spinto all'azione, nell'interrogatorio di convalida dell'arresto, Ousseynou Sy, ha fornito "una posticcia e maldestra opera di rivisitazione della realtà al fine di poter contare sui benefici conseguenti a una eventuale, e improbabile, dichiarazione di incapacità di intendere e di volere". Parole dure quelle scelte dal gip nelle motivazioni di convalida del fermo.
È "provato", continua il gip, che Sy l'autista avesse con sé, oltre che un coltello, anche una "pistola". Il giudice richiama sul punto le testimonianze, come quella di un insegnante che ha raccontato che il 47enne alzò "la sua maglietta mostrando una pistola inserita all'interno dei pantaloni e in mano una lama, di circa 10 cm". Lo "scopo sotteso all'azione" "era quello di costringere, o comunque condizionare le politiche migratorie attualmente adottate dal Governo in carica". Il suo "intento" era "quello di compiere un'azione dimostrativa sull'onta dell'ira" in lui generata, come ha riferito, "dall'episodio del mancato sbarco di 49 persone", ossia la vicenda della nave Mare Jonio. Lo scrive il gip di Milano Tommaso Perna nell'ordinanza.
Trapelano stralci delll'interrogatorio nel carcere di San Vittore: "Ho fatto qualche telefonata alle persone, Guardate che mi farò sentire'". Sy ha raccontato di aver realizzato un video-manifesto della sua ideologia. "L'Africa sta da sola, voi state da soli e staremo bene, vi assicuro che staremo bene, perché ci stanno uccidendo, è un genocidio", ha detto l'uomo ai pm, che si è più volte riferito alle morti dei migranti in mare, aggiungendo che "i bianchi ci vogliono tutti morti, è un genocidio programmato". E che il suo gesto "clamoroso" doveva servire anche a fare "propaganda" perché "ci sono le elezioni europee che stanno arrivando". Nel suo primo interrogatorio anche un insulto a Matteo Salvini e un riferimento a Di Maio che "fa gli affari con i francesi".