Lo sfogo del poliziotto: "L'ordine era di evitare il contatto". Intanto i manifestanti finiti in manette si difendono: "Nessun bastone in mano. Il bullone? L'ho gettato in terra subito"
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"I black bloc si potevano bloccare, se ne potevano fermare parecchi". A dirlo, in un'intervista a Il Giorno, è un agente di polizia che il primo maggio era schierato a Milano durante gli scontri che hanno devastato la zona di via Carducci. "Li avevamo chiusi in una piazza - spiega il poliziotto - ma l'ordine era quello di evitare il contatto a tutti i costi, e così è stato".
"Molte vetrine erano state già spaccate, li potevamo prendere subito, fermare", è lo sfogo dell'agente. "Ma il funzionario ha detto no. Era un ordine e noi agli ordini dobbiamo obbedire. Già dalla vigilia si sapeva che l'orientamento era di evitare il contatto a tutti i costi. E così è stato, anche se abbiamo visto quello che è successo e, francamente, mi dispiace molto per Milano: una città che conosco e che amo".
"Ci schierano senza gli equipaggiamenti adatti" - Il poliziotto si fa portavoce dei timori e delle preoccupazioni di molti suoi colleghi. "Tanti sono arrabbiati per Milano - dice - ma anche per gli equipaggiamenti che ci danno. Pensi al collega colpito dalla molotov e che ha preso fuoco. I materiali dovrebbero essere ignifughi. Ma sta benino e questo conta. Un altro collega ha una frattura a piede per un sanpietrino. E anche qui ci sarebbe da discutere sugli anfibi di dotazione. Sa che noi ci siamo comprati, a spese nostre, gli anfibi con la suola antiperforazione? Per stare tranquilli".
Gli arrestati si difendono - Intanto, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere milanese di San Vittore, gli arrestati, tutti accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi improprie e dal numero dei partecipanti, hanno respinto gli addebiti. "La mia assistita ha spiegato di non aver partecipato agli scontri, e di essere andata al corteo con alcuni amici per manifestare pacificamente", ha spiegato l'avvocato Paolo Antimiani, difensore di Heidi Panzetta, la barista 41enne arrestata in zona Pagano. "E' accusata di aver preso dei bastoni in mano ma lei ha negato tutto - ha sottolineato - spero che i filmati chiariscano la situazione".
"Quel bullone in mano per caso" - Ha respinto gli addebiti anche Pasquale Davide, elettricista 32enne di Tortona (Alessandra), accusato anche di lancio di oggetti pericolosi. "Ha spiegato di aver solo raccolto un bullone e di averlo gettato subito a terra - ha sostenuto il suo difensore, l'avvocato Daniele Cattaneo -, e di essersi coperto il volto con la felpa per ripararsi dal fumo dei lacrimogeni. Non è contrario a Expo - ha concluso - ed è venuto a Milano per partecipare alla 'May day parade' del primo maggio in quanto lavoratore precario".