"Nessuna scorciatoia", dicono gli avvocati del muratore, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. E annunciano: "Vogliamo andare in aula per sostenere la versione del nostro assistito"
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Gli avvocati di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore accusato della morte di Yara Gambirasio, non hanno presentato ricorso al tribunale di riesame. Il motivo, hanno spiegato, è per una precisa "strategia difensiva". "Abbiamo scelto di non prendere scorciatoie - precisano i legali -, ma di dimostrare in dibattimento quello che sono le spiegazioni alternative del nostro assistito".
Gli avvocati sottolineano di essere convinti dell'innocenza di Bossetti "pur in presenza di un quadro probatorio che sembra portare la sua firma". Uscendo dalla Procura, i legali non hanno però voluto scendere nei dettagli riguardanti un'eventuale richiesta di ripetere l'esame del Dna, mentre hanno detto che valuteranno "ogni possibilità" perché "riteniamo che le prove debbano essere raccolte in contraddittorio". Si riservano dunque di nominare altri consulenti in caso di necessità.
Il cellulare a Chignolo: nel campo maledetto o in una ditta edile? - Continua intanto a ritmo serrato il lavoro degli investigatori, che stanno procedendo a confrontare indizi, sentire testimoni, analizzare materiale e tracce. Secondo quanto risulta a Tgcom24, a dieci giorni dalla scomparsa di Yara, il 6 dicembre 2010, il cellulare di Bossetti aggancia la cella compatibile con il campo di Chignolo d'Isola, dove il corpo di Yara giace senza vita nel fango. Il cadavere sarà ritrovato soltanto il 26 febbraio 2011. Secondo gli inquirenti, è ipotizzabile che il presunto assassino si sia recato sul posto a controllare. Ma non si può escludere l'eventualità che il muratore di Mapello sia andato in una ditta del luogo dove si riforniva di materiali per l'edilizia. Quell'anno ci andò due volte, secondo i registri: in giugno e in dicembre.
Nuovi indizi: due coltelli in casa Bossetti - Intanto, gli specialisti del reparto investigazioni scientifiche di Parma si stanno concentrando su due coltelli sequestrati a casa di Bossetti. Lo spessore delle lame è compatibile con i tagli sul corpo della ragazzina. E poi si cercano altre tracce in un cantiere a Palazzago, a soli sette chilometri da Brembate, dove Bossetti lavorò dall'estate 2009 a fine agosto 2011. Ci sarebbero infine ricerche via Web su Yara Gambirasio fatte dal muratore di Mapello, che si giustifica dicendo: "Sono appassionato di cronaca nera".