La procura mette sotto sequestro l'azienda di famiglia, la Fonderia Bozzoli, setacciata anche con i cani molecolari. Non si può escludere che l'uomo sia stato bruciato in uno dei forni
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Spunta la pista dell'omicidio nel giallo dell'imprenditore 50enne Mario Bozzoli, scomparso nel Bresciano sei giorni fa. L'azienda di famiglia, la Fonderia Bozzoli, è stata setacciata anche con i cani molecolari ma tutte le ricerche finora sono state vane. Ora lo stabilimento è stato sottoposto a sequestro: non si può escludere che l'uomo sia stato arso in uno dei forni per la fabbricazione di lingotti d'ottone.
Insomma, l'orribile ipotesi è che i resti del suo corpo potrebbero trovarsi in uno dei trecento sacchi che raccolgono gli scarti della lavorazione dell'azienda, secondo l'ipotesi raccontata sul "Giorno". Ma il cadavere dell'imprenditore potrebbe anche essere finito in qualche angolo della circostante vallata, la Valle Vandeno, tra i monti del luogo. Insomma l'inchiesta, aperta con l'ipotesi di sequestro, potrebbe trasformarsi in una indagine per omicidio.
Gli investigatori lavorano a pieno ritmo sull'azienda di via Gitti. Tra i nodi da sciogliere, quello di un'auto di colore chiaro vista lasciare lo stabilimento alle 19.15 di giovedì, quando Bozzoli aveva appena telefonato alla moglie, per ritornare pochi minuti dopo. Secondo l'avvocato Patrizia Scalvi, che assiste la moglie dell'imprenditore, Irene, la chiave potrebbe trovarsi in un'area del sito produttivo, con 40 milioni di fatturato. Di recente sembra che tra l'imprenditore e il fratello Adelio fossero nati forti dissensi: quest'ultimo voleva lasciare l'attività di famiglia per aprire una società sua. Adelio è rimasto nello stabilimento per tutta la giornata di martedì e lo stesso aveva fatto lunedì.
Le indagini vanno avanti, con i vigili del fuoco coordinati dai carabinieri. Nei giorni scorsi erano stati controllati i tombini e vuotate le fosse biologiche. Ma per adesso, non sono emersi elementi di rilievo.