"Cerchiamo una persona viva", fanno sapere i soccorritori. Usati anche droni con telecamere che rilevano il calore della presenza umana
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E' una corsa contro il tempo in Valle Sabbia per trovare Iuschra, la dodicenne autistica che si è persa giovedì durante una gita nei boschi. Il quarto giorno di ricerche è iniziato a Serle, in provincia di Brescia. Nella notte e all'alba hanno sorvolato l'area i droni con telecamere che rilevano il calore della presenza umana, ma la ragazzina non è stata trovata.
Sono già tre notti che la ragazzina, di origini pachistane, passa fuori casa da sola, al freddo e sotto la pioggia, vestita con gli stessi abiti leggeri indossati per quella che doveva essere una tranquilla gita in montagna con altri coetanei disabili e gli operatori della onlus Fobap. I genitori, disperati, chiedono di non desistere dalle ricerche.
Il prefetto di Brescia, Annunziato Vardè, ha riferito che "per altre 48 ore le ricerche andranno avanti. Al termine di questa scadenza ci ritroveremo e faremo una nuova valutazione. I nostri timori derivano dalla conformazione morfologica del territorio in questione che è molto carsico e la ragazzina potrebbe essere caduta in uno dei tanti anfratti del territorio di Serle". E poi ha aggiunto: "E' come se fosse svanita nel nulla perché, a parte il primo avvistamento da parte di un uomo nell'immediatezza della scomparsa, non ci sono altri segnali di avvistamento. Questo dato ci fa preoccupare perché mette in dubbio che la ragazzina sia ancora in superficie".
Le ricerche, cui partecipano circa 300 professionisti tra vigili del fuoco, speleologi e carabinieri, si concentrano in un'area di 130 ettari. Sabato i cani molecolari hanno fiutato tracce della dodicenne poco distante da dove, verso l'ora di pranzo di giovedì, si sarebbe allontanata. Iuschra, spiega la famiglia, "tende a nascondersi dagli sconosciuti", motivo per cui i soccorritori cercando di attrarla con "trappole" sonore. In questi giorni sono stati impiegati anche gli elicotteri e i droni che rilevano il calore della presenza umana.
Gli speleologi stanno passando al setaccio una per una grotte e cavità carsiche della zona. L'altopiano di Brescia è disseminato di buche profonde anche quaranta metri, e non tutte sono censite. Dai paesi limitrofi non è giunta alcuna segnalazione. L'educatrice che seguiva la ragazzina rischia la denuncia per abbandono di minore, con l'aggravante della disabilità.
Tre i posti di blocco all'accesso del centro operativo nell'altopiano di Cariadeghe, da cui partono le squadre dei soccorsi. In tantissimi da tutta la Lombardia hanno espresso la volontà di dare una mano. Il sindaco di Serle, Paolo Bonvicini, invita però "i liberi cittadini a non salire a Serle per effettuare le ricerche" per non intralciare il lavoro degli esperti.