La giovane marocchina era affogata l'1 settembre e per giorni il padre l'aveva cercata nel fiume
E' di Hafsa Ben Daoud il corpo ripescato nell'Adda domenica. La 15enne marocchina era stata inghiottita dal fiume l'1 settembre. Il riconoscimento è stato effettuato dai genitori in obitorio. Poco prima rilievi tecnico-scientifici della polizia erano già giunti alle identiche conclusioni.
Per vincere l'afa opprimente di quel pomeriggio estivo, la ragazza ha voluto bagnarsi le gambe. E' però scivolata e la corrente forte l'ha trascinata via in una manciata di minuti, sotto gli occhi atterriti e impotenti della cugina che ha subito lanciato l'allarme.
I rilievi degli uomini del questore Angelo Re avevano già permesso di stabilire, con altissima percentuale, che il corpo senza vita fosse quello dell'adolescente, a lungo cercata anche dal padre che, ogni giorno, raggiungeva in bicicletta l'Adda per tuffarvisi e, anche rischiando la propria vita, scandagliare le acque limacciose del fiume.
"Non mi fermerò finché la trovo o il fiume me la restituisce", ripeteva disperato il 37enne Ahmed Ben Dadud, operaio in una falegnameria. I soccorritori, per giorni e giorni, sono stati impegnati nelle ricerche promosse dalla Prefettura di Sondrio. Domenica la tragica svolta dopo la segnalazione di due pescatori che avevano notato un corpo galleggiare.
"Porteremo la nostra bambina, appena sarà possibile dalle misure anti-Covid, in Marocco. Lì riceverà il funerale e poi la sepoltura", ha spiegato Ahmed con le lacrime agli occhi all'uscita dalla camera mortuaria.