"Errore di forma e di sostanza", dice il primo cittadino Paolo Mazzucchelli che accusa Rani Pushpa: "Non sa l'italiano ma usa bene i media"
Ha ottenuto la cittadinanza italiana Rani Pushpa, 56 anni, a cui era stata negata per la mancanza del requisito della conoscenza della lingua. E' intervenuto il prefetto per obbligare il comune a dare il documento. Il sindaco, Paolo Mazzucchelli, ha disertato la cerimonia: "Secondo me è stato un errore di forma e di sostanza. La signora non parla italiano e non è integrabile".
Sulla vicenda è intervenuta la Prefettura obbligando di fatto il comune di Cairate a concedere la cittadinanza. Ma il sindaco non ci sta è in più ha stigmatizzato l'invito alla stampa alla cerimonia fatta "dall'avvocato della famiglia".
"La signora con il marito anche lui diventato italiano e i figli, si èpresentata nell'ufficio anagrafe del Comune con il legale che aveva avvisato i giornalisti - ha amaramente osservato il primo cittadino -. Per parlare e interloquire con il mondo esterno si deve fare tradurre ciò che dice, ma sa fare battage, pubblicità. Ma io ho posto una questione seria, che non ha nulla di ideologico, sull'integrazione che non ci può essere se mancano i requisiti previsti fra cui il sapere l'italiano".
La vicenda della signora Rani Pushpa, 56 anni, indiana sposata con un marito connazionale naturalizzato italiano è diventata, nei giorni scorsi, una sorta di caso. Il primo cittadino, dopo averle negato la cittadinanza, si era rivolto al prefetto di Varese Giorgio Zanzi che gli aveva risposto dandogli torto: "l'acquisto della cittadinanza per matrimonio - aveva sottolineato il rappresentante del Governo - è un diritto soggettivo per il quale non è previsto che si debba verificare l'integrazione di una persona, e quindi neanche la conoscenza dell'italiano che quindi non è indispensabile".
Da qui il via libera alla cerimonia officiata dal consigliere comunale Andrea Di Salvo, esponente di una lista civica di minoranza di area Pd, delegato dal sindaco che non è voluto essere presente.