Il nuovo fronte investigativo riguarda nello specifico i 5,3 milioni di euro scudati nel 2015 grazie alla voluntary disclosure in un conto svizzero. I legali: nessuna ombra sul suo operato
Due nuovi reati sono stati ipotizzati dalla Procura di Milano nei confronti di Attilio Fontana, già indagato per frode in pubbliche forniture nel cosiddetto "caso camici". Il presidente della Regione Lombardia è indagato anche per autoriciclaggio e false dichiarazioni nella "voluntary disclosure" nella tranche dell'indagine relativa ai 5,3 milioni di euro depositati su un conto svizzero, sul quale è stata avviata una rogatoria.
Il nuovo fronte investigativo riguarda nello specifico i 5,3 milioni di euro scudati da Fontana nel 2015 grazie alla voluntary disclosure in un conto svizzero. Soldi che il governatore ha sempre giustificato come frutto di eredità ricevuta dalla madre, di professione dentista. Per vederci chiaro, la procura di Milano ha disposto una rogatoria internazionale in Svizzera.
Fontana risultava già indagato per frode nelle pubbliche forniture insieme al cognato Dini e all'ex direttore generale di Aria, Filippo Bongiovanni, accusati anche di turbata libertà nella scelta del contraente.
La difesa: da Fontana nessuna ombra sulla Voluntary - "Il comunicato della Procura della Repubblica dà conto della volontà del presidente Fontana di non lasciare ombra alcuna in ordine alla procedura della Voluntary, su cui i magistrati intendono fare chiarezza definitiva". Così i
legali del governatore lombardo Attilio Fontana, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, si esprimono in relazione alla nota della Procura milanese, che oggi ha avviato una rogatoria in Svizzera.