I sequestri già effettuati, tra cui vitalizi e pensione dell'ex governatore, sono stati convertiti in pignoramento. Secondo i giudici era l'ex numero uno del Pirellone "era parte di un sodalizio criminale"
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La Corte dei Conti della Lombardia ha quantificato in quasi 47,5 milioni di euro il danno erariale per il caso Maugeri. A risarcire la Regione saranno l'ex governatore lombardo, Roberto Formigoni, gli ex vertici della Fondazione Maugeri, Umberto Maugeri e Costantino Passerino, la Fondazione stessa, il presunto faccendiere Pierangelo Daccò e l'ex assessore Antonio Simone.
I sequestri già effettuati, tra cui vitalizi e pensione dell'ex Governatore, sono stati convertiti in pignoramento. I giudici contabili hanno "parzialmente accolto" la domanda della Procura della Corte dei Conti, "limitando la condanna a un importo minore di quello richiesto (i pm avevano chiesto condanne per un totale di circa 60 milioni, ndr) e dichiarando il difetto di giurisdizione nei confronti di uno dei soggetti convenuti, ma ha sostanzialmente riconosciuto la fondatezza dell'impianto accusatorio, accertando l'esistenza di un complesso sistema illecito" e di "una rete di società italiane ed estere costituenti il tramite per drenare elevati importi di denaro, erogati alla Fondazione Maugeri dalla Regione Lombardia a titolo di remunerazione delle cosiddette 'funzioni non tariffabili'" sanitarie.
All'ex numero uno del Pirellone, condannato in via definitiva nel febbraio scorso a 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione per il caso Maugeri (di recente passato dal carcere ai domiciliari), sono stati giàsequestrati nei mesi scorsi dai pm contabili 5 milioni di euro, compresi vitalizi e pensione. Cifra che corrisponde alle utilità che Formigoni, considerato il protagonista di un "gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati", avrebbe ricevuto: ossia per viaggi, vacanze, ristoranti e anche per l'uso di yacht e di una villa in Costa Smeralda.
I giudici: "Formigoni era parte di un sodalizio criminale" - Le "somme trasferite dalla Fondazione Maugeri alle società di Daccò e Simone" rappresentano "il risultato di una illecita distrazione di risorse finanziarie, che, anziché essere destinate a remunerare l'espletamento di funzioni sanitarie di interesse pubblico, sono andate a illecito profitto di una serie di soggetti", tra cui anche l'ex governatore lombardo Roberto Formigoni, "compartecipi di un comprovato sodalizio criminoso, avente ad oggetto il mercimonio delle funzioni politico-amministrative". Lo scrive la Corte dei Conti, che in sostanza ha accolto le richieste della Procura.