Solo su un reato

Caso Ramy, processo immediato per l'amico alla guida dello scooter

Dovrà rispondere di "resistenza a pubblico ufficiale", non sono ancora concluse le indagini per il reato di "omicidio stradale"

03 Feb 2025 - 13:49
 © Ansa

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Processo con rito immediato per Fares Bouzidi, il 22enne tunisino accusato di resistenza a pubblico ufficiale e che era alla guida dello scooter che nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024 si è schiantato a Milano al termine di un inseguimento con i carabinieri. Nell'incidente è morto Ramy Elgaml, 19 anni, che era in sella al motorino guidato dall'amico. Fares Bouzidi sarà processato solo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, non sono invece ancora chiuse le indagini per l'accusa di omicidio stradale. L'udienza è stata fissata per il 18 aprile.

Slitta la consulenza tecnica: perito chiede più tempo

 Una proroga di tre settimane, e dunque fino a fine febbraio, per il deposito in Procura della consulenza cinematica e dinamica su quanto avvenuto il 24 novembre. È stata richiesta dal consulente Domenico Romaniello, l'ingegnere nominato nelle indagini coordinate dal procuratore Marcello Viola, dall'aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini. Da quanto si è saputo, il consulente dei pm ha chiesto e ottenuto più tempo, con la proroga del termine che era fissato in questi giorni, per ulteriori analisi e in particolare sul palo del semaforo all'angolo tra le due vie.

Dai filmati, acquisiti nelle indagini, pare che il 19enne possa essere rimasto schiacciato tra l'auto e il palo del semaforo, perché la macchina e lo scooter, come si vede nelle immagini, si sono schiantate quasi nello stesso punto. La consulenza dovrà stabilire se ci sia stato o meno un urto tra l'ultima macchina inseguitrice dei carabinieri e lo scooter nelle fasi finali dell'inseguimento. In una prima relazione della Polizia locale si era parlato dell'urto, a cui ha fatto riferimento, poi, anche Bouzidi nell'interrogatorio dell'arresto per resistenza, parlando di una "spinta da dietro". Secondo i pm, però, durante l'inseguimento durato 8 km non ci sarebbero state violazioni del protocollo da parte dei carabinieri.

In una annotazione conclusiva, poi, la Polizia locale faceva riferimento solo ad un urto laterale nelle fasi precedenti e parlava della vittima "in fase di caduta al suolo" mentre la vettura sarebbe sopraggiunta "in frenata". Resta ancora da stabilire se sia stato o meno cancellato dal telefono di un testimone un video che avrebbe potuto essere fondamentale per le indagini.

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