Il gup di Varese aveva rinviato a giudizio sei poliziotti e un militare in relazione alla morte del 43enne avvenuta nel 2008 all'ospedale, dopo aver trascorso parte della notte in caserma.
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Il procuratore di Varese, Daniela Borgonovo, ha chiesto l'assoluzione dei carabinieri e dei poliziotti imputati per la morte dell'operaio Giuseppe Uva. Secondo il magistrato, "non c'è alcuna prova di comportamenti illegali da parte degli imputati". Il gup di Varese aveva rinviato a giudizio sei poliziotti e un militare in relazione alla morte del 43enne avvenuta nel 2008 all'ospedale, dopo aver trascorso parte della notte in caserma.
Secondo i familiari di Uva, il decesso sarebbe stato causato dal pestaggio subito da Uva durante la custodia. Ma per il procuratore Borgonovo "non ci sono prove di percosse né in strada né in caserma". È stata una "condotta assolutamente legittima" quella messa in atto dai carabinieri e dai poliziotti intervenuti nel tentativo di contenere Uva e l'amico Alberto Biggioggero che stavano dando in escandescenze.
Secondo il magistrato, insomma, "i carabinieri quella sera non fecero altro che il loro dovere. Sono intervenuti per impedire che il reato portasse a più gravi conseguenze. Che cosa dovevano fare? - si è chiesta la rappresentante della pubblica accusa - lasciarli lì ubriachi a rovesciare cassonetti e a creare ulteriori situazioni di pericolo per i cittadini? Il comportamento di carabinieri e poliziotti è stato proporzionato e conforme alla legge, così come giustificato è stato il suo ammanettamento e la successiva azione di contenimento".
"I testimoni che hanno riferito di percosse - ha spiegato poi il magistrato - o hanno ritrattato o sono stati smentiti dai fatti". Il processo ricomincia il 29 gennaio quando interverranno gli avvocati di parte civile dei familiari del muratore.