"In pieno lockdown la ztl rimase attiva, ma dovevo usare l'auto per accedere al magazzino con dpi da distribuire anche alla polizia municipale. Prima le rassicurazioni, ora le sanzioni: una beffa", racconta a Tgcom24 Alberto Ciatti, cofondatore dell'associazione M.O.O.S.S. Intanto, il Comune assicura un incontro per chiarimenti
© Tgcom24
"Non ci siamo risparmiati, abbiamo donato mascherine, occhiali e camici, tutti i dpi in nostro possesso e in un momento in cui erano introvabili, a medici di base e ospedali, persino alla polizia municipale; abbiamo coinvolto decine di colleghi nel nome della solidarietà, cercando di fare rete in tutta Italia, e, ora, passata l'emergenza coronavirus, mi ritrovo con 19 multe da 98,24 euro da pagare". Sono amare le parole che Alberto Ciatti, odontoiatra di Varese e cofondatore dell'associazione "Diamoci una M.O.O.S.S." (acronimo di Medici Odontoiatri Operatori Sanitari e Socio Sanitari uniti contro il covid-19, ndr), consegna a Tgcom24. "La burocrazia è riuscita a creare più distanze del virus; alla fine resta solo amarezza", aggiunge. La colpa? "Essere passato, anche sei volte in un giorno, in ztl attiva in periodo di lockdown per prendere in magazzino i dpi da consegnare gratuitamente a chi era in prima linea contro il coronavirus e ce ne faceva richiesta". Nulla, comunque, sembra perduto: il Comune, interessato alla questione, si dichiara disponibile a risolvere la problematica "nel migliore dei modi".
"Prefetto di Varese, vicesindaco, comando della polizia municipale: tutti erano a conoscenza della mia attività benefica in periodo di lockdown, - racconta Ciatti a Tgcom24. - Ma sui miei ingressi in ztl in centro per urgenza e necessità non ricevevo l'autorizzazione o deroghe. Mi era stato detto che bastava segnalare la targa e che nonostante il diniego iniziale non sarei incorso in sanzioni. Invece.... per i passaggi dal 16 marzo al 20 maggio ho collezionato a oggi 19 multe da 98,24 euro l'una, alcune anche a distanza di 10 minuti".
"Già alle prime due sanzioni, - continua Ciatti a Tgcom24, - ho scritto a sindaco e vicesindaco. Era il 23 giugno e sono ancora in attesa di una risposta; nel frattempo, le notifiche continuano ad arrivare, eppure io in piena emergenza sanitaria non andavo in centro a divertirmi. Quella di raggiungere il mio magazzino, sotto il mio studio, era una necessità e un'urgenza a fin di bene, come abbiamo potuto dimostrare nella strenua lotta contro il coronavirus".
"La nostra attività - spiega, infatti, - non si è limitata a donare, reperire e consegnare i dpi che non arrivavano neppure dall'estero, ma abbiamo anche dato una formazione sul loro utilizzo, ci siamo dedicati alla ricerca di protezioni facciali alternative, abbiamo reperito e donato tute protettive per gli Ospedali di Varese e Saronno, occhiali protettivi per l’Ospedale del Ponte, abbiamo aiutato la Croce Rossa di Varese sia con materiali sia diventando volontari sanitari temporanei. Insomma ci siamo dati una MOOSSa come il motto del nostro gruppo".
In conclusione? "Agghiacciante, persino sei multe in un giorno: è la burocrazia che ammazza, anche la solidarietà. La burocrazia è riuscita a creare più distanze del virus, ne prendiamo atto come associazione che non vuole alcun riconoscimento. E pensare che, per esempio, a Milano, proprio nell'emergenza Covid-19, la ztl era stata disattivata...".
L'apertura del Comune di Varese - “Abbiamo già dato disposizione - afferma a Tgcom24 il vicesindaco di Varese Daniele Zanzi - di convocare a Palazzo Estense il dottor Ciatti, che ho già avuto modo di ringraziare molto durante il lockdown per il suo impegno, per chiarire il tutto. Se le targhe delle auto non sono registrate, d’altro canto, le telecamere in automatico rilevano sanzioni. Tutto comunque sarà chiarito nel migliore dei modi”.