Fino a 30 volte inferiore nei primi comuni in lockdown in Lombardia, ha evidenziato il vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti.
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Incidenza del Covid fino a 30 volte inferiore nei primi comuni a zona rossa in Lombardia. Lo ha evidenziato il vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti. Nei primi quattro Comuni in cui la Regione Lombardia ha adottato a fine febbraio una strategia per ridurre e contenere il coronavirus laddove si erano sviluppati focolai, cioè Bollate (Mi), Mede (Pv), Viggiù (Va) e Castrezzato (Bs), l'incidenza dei contagi è letteralmente crollata.
"Davanti all'incidenza delle varianti nelle dinamiche dei contagi - ha sottolineato a Milano Today la Moratti - e al riproporsi di determinate criticità abbiamo adottato una strategia di contenimento e di vaccinazione reattiva. Due sono gli strumenti che abbiamo utilizzato: da una parte l'imposizione di misure restrittive, dall'altra stiamo somministrando in modo mirato la nuova arma a disposizione, cioè il vaccino. La popolazione dell'area interessata dall'intervento viene vaccinata scegliendo precisi target, che in alcuni casi può essere l'intera popolazione".
A Viggiù (Varese) si è avviata la vaccinazione massiva della cittadinanza, con una copertura che arriva al 78% della popolazione vaccinabile (over18), ovvero il 61,8% della popolazione totale, e una punta di adesioni dell'83% fra gli over 65. Il tasso di incidenza del contagio è crollato da 664 a 19 su 100mila abitanti in un mese. A Mede (Pavia) la vaccinazione ha riguardato il 51% della popolazione vaccinabile (44,1% del totale abitanti), e il Comune è passato da un'incidenza di 1.360 a metà febbraio ai 110 di questa settimana. A Bollate, comune alle porte di Milano, anche se l'incidenza dei casi non era altissima, si è deciso di intervenire con una vaccinazione target sulle categorie più a rischio per età anagrafica, per un totale del 12,2% della cittadinanza totale, facendo calare da 315 a 99 l'incidenza su 100mila abitanti. A Castrezzato (Brescia) è stato vaccinato il 6,7% della popolazione totale riducendo in maniera decisa l'incidenza dei casi passati da 1828 a 94 su 100mila abitanti.
Gli stessi interventi sono stati riproposti nei 23 comuni della cintura del Basso Sebino tra le province di Bergamo e Brescia, inseriti a fine mese nella fascia 'arancione rafforzato', dove si sta vaccinando non solo la popolazione degli ultraottantenni come in tutta la Regione, ma anche la fascia d'età tra i 60 e i 79 anni. Anche qui i primi dati che emergono, documentano un tasso di incidenza dei casi passato da 500 nella prima settimana di marzo a 162 di questa settimana. Ricordando sempre che sono necessarie circa 2-3 settimane dopo la prima dose per lo sviluppo di una immunità efficace contro l'infezione.
"Questi numeri - ha concluso l'essessore - oltre a indicarci la strada maestra della vaccinazione massiva della popolazione lombarda, rivelano la validità delle misure adottate e la capacità del sistema sanitario regionale di rispondere in modo sempre più adeguato alla crisi pandemica. L'essere riusciti a vaccinare il personale sanitario, gli ospiti e il personale delle Rsa, e aver iniziato la vaccinazione delle categorie più colpite dal contagio e dei più fragili ci lascia ben sperare. In vista di questi ultimi mesi che ci separano dal giorno in cui tutti i cittadini lombardi saranno vaccinati, gli ospedali e le terapie si svuoteranno e potremo realisticamente vedersi avvicinare alla voce decessi Covid, finalmente il numero zero".