"Dopo il Covid mi è venuta ancora più voglia di mettermi alla prova", racconta il 40enne di Codogno. "Ho fatto le visite mediche, spero di arrivare al traguardo col sorriso"
Riparte ancora una volta dallo sport Mattia Maestri, divenuto celebre come il "Paziente 1" di Codogno, il primo italiano a cui è stato diagnosticato il Covid-19. E lo fa con una delle sfide più impegnative che esistano: l'Ironman 2022, la gara di triathlon in programma a Cervia dal 15 al 18 settembre. "Dopo il Covid mi è venuta ancora più voglia di mettermi alla prova", ha raccontato il 40enne. "L'ho deciso circa un anno fa e ho iniziato
la preparazione con un coach bravissimo, mi alleno tutti i giorni. È un sogno nel cassetto che ho ripreso in mano. In un certo senso per me è un simbolo di rinascita".
Il messaggio di Mattia - In un'intervista a La Repubblica, Mattia Maestria ha sottolineato come "da tutta questa esperienza, dalla malattia, abbia imparato a godermi molto di più quello che ho. È questo il messaggio che mi sento di dare alle persone: vivete la vita giorno per giorno, dedicatevi alle vostre passioni. Non rimandate a domani quello che potete fare oggi".
La storia e la nuova sfida del Paziente 1 - La gara di triathlon si pone dunque come riscatto personale dall'incubo della malattia a oltre due anni e mezzo dalla pandemia che, in qualche modo, gli ha lasciato addosso un'etichetta. Tutto cominciò col ricovero di Mattia in rianimazione per tre settimane e il tampone positivo, il 20 febbraio 2020, col quale l'Italia conobbe per la prima volta il coronavirus. C'è però la volontà di lasciarsi tutto alle spalle e correre via, letteralmente. L'Ironman prevede un percorso di quasi quattro chilometri di nuoto, oltre 180 chilometri di bicicletta e una maratona completa (42,195 chilometri di corsa). Una sfida per la quale il 40enne di Codogno si sta allenando da un anno.
Allenamento e determinazione "Lo faccio innanzitutto per me stesso, ma se posso essere un modello anche per qualcun altro sono ancora più
contento", ha proseguito Mattia. "Per me lo sport rappresenta tantissimo nella vita, quando faccio sport sono felice. Avere degli obiettivi ti tiene impegnato e ti dà uno scopo, una motivazione. E questo vale ancora di più dopo che si è subìto qualcosa di grave. Penso che ognuno, a seconda delle proprie possibilità, possa impegnarsi in una qualche disciplina. Per me lo sport è stato ed è una medicina e penso che possa esserlo per tutti".
Cosa dicono i medici - Restava però una questione importante da discutere: Mattia Maestri può affrontare una prova fisica di tale portata? "Dopo il ricovero sono stato seguito e tenuto sotto controllo per oltre un anno. Ho la fortuna di non avere nessun tipo di strascico, la malattia non ha lasciato nessun segno sul mio corpo. Dopo due anni sono tornato come prima, sto bene e mi sento bene. Quindi non ho chiesto il "permesso" a un medico prima di iniziare gli allenamenti. Per fare qualsiasi tipo di gara devi avere un certificato di idoneità agonistica sportiva, che ti viene rilasciato dopo una visita medica. E per chi ha avuto il Covid grave come me ci sono degli esami in più. Adesso non mi resta che partecipare, spero di completare il percorso in 12 o 14 ore. Ma soprattutto mi auguro di arriva re al traguardo col sorriso".