Il conduttore del programma di Rete 4 commenta gli ultimi sviluppi giudiziari a 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi
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"Un'inchiesta calvario per tutte le persone coinvolte". Durante la puntata del 14 marzo di "Quarto Grado" il conduttore Gianluigi Nuzzi parla dei "troppi errori" commessi sul caso di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua casa di Garlasco (Pavia). A 18 anni dal delitto e dalla successiva condanna del fidanzato Alberto Stasi, la Procura indaga su Andrea Sempio, amico del fratello, sottoposto al test del Dna.
"Chi ha ucciso Chiara aveva lasciato le impronte di cinque polpastrelli sulla spalla sinistra del pigiama rosa, questa era una firma", afferma Nuzzi secondo il quale bisognava prendere le impronte dattiloscopiche per capire chi era l'assassino. "E invece il corpo è stato voltato, la maglietta rosa è finita intrisa di sangue e quella firma cancellata", prosegue il conduttore che poi esprime "sdegno e incredulità per i troppi errori" commessi nel corso dell'inchiesta.
Nuzzi pone poi l'attenzione sulle relazioni scritte da tre differenti genetisti che attribuivano il Dna rinvenuto sotto le unghie della vittima a "qualcuno di diverso" rispetto a Stasi, tesi che poi state tutte stracciate. "Non chiedetemi chi è il colpevole ma se le indagini sono piene di errori bisogna chiedersi il motivo", conclude il giornalista.