massacrata nel gennaio del 1987

Delitto Macchi, sulla salma 4 capelli di "ignoto": non sono dell'imputato Binda

Le analisi sono state eseguite dai periti nominati dal giudice. Estrapolati circa seimila reperti. L'uomo sotto processo per l'omicidio si è sempre proclamato innocente

10 Gen 2018 - 15:00

    © dal-web

© dal-web

Quattro capelli di una persona ignota, che non appartengono alla vittima e nemmeno all'imputato Stefano Binda, sono stati trovati sui resti di Lidia Macchi, la studentessa di Varese massacrata con 29 coltellate nel 1987. Lo hanno riferito i periti nominati dal giudice nel corso dell'udienza in merito agli accertamenti, disposti con la formula dell'incidente probatorio, sul cadavere riesumato nel marzo del 2016.

A esporre i risultati delle analisi, oltre ai periti, sono stati anche i consulenti dei difensori di Binda e della Procura generale di Milano. Circa seimila i reperti estrapolati, tra peli e capelli: tra questi, i quattro che non appartengono a Lidia né a persone del suo gruppo familiare.

Tramite la comparazione con il Dna, è stato "escluso con certezza" anche che quei capelli siano riconducibili a Binda, l'uomo accusato di aver ucciso la ragazza, sotto processo davanti alla Corte d'assise di Varese. L'imputato si è sempre proclamato innocente. Uno dei suoi difensori, l'avvocato Patrizia Esposito, ha commentato così l'accaduto: "Periti e consulenti sono giunti alla stessa conclusione: i capelli non appartengono a Binda e non si sa di chi siano". A questo punto, la salma sarà restituita ai familiari.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri