Il 35enne, che ha confessato l'omicidio dell'ex suocero, si difende dichiarando di aver avuto intenzione di suicidarsi. Per i magistrati, però, è solo un modo per evitare l'accusa di premeditazione
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“Avevo intenzione di uccidermi. Poi l’ho visto e ho temuto potesse fare ancora del male a mia figlia”. Sono le parole con cui il killer di Rozzano ha confessato ai pm l’omicidio dell’ex suocero, un 63enne accusato di aver abusato della nipotina. L’assassino ha raccontato di aver avuto una pistola con sé perché voleva suicidarsi e che solo in seguito ha pensato di utilizzarla per uccidere il suocero.
Il giudice però non ha creduto a questa versione dei fatti, una difesa che potrebbe essere stata elaborata per evitare l’accusa di premeditazione che è stata, invece, confermata.
Convalidato quindi il fermo per il 35enne, che secondo il gip potrebbe uccidere ancora. L’arma del delitto, infatti, non è ancora stata ritrovata. L’uomo, con precedenti e appartenente a una famiglia malavitosa, ha dichiarato di aver gettato la pistola, trovata per caso, lungo la statale per Pavia.