La Corte di Appello di Milano ha accolto il ricorso di Mary Garret
Qualche anno fa mise a soqquadro il mondo della danza sfatando il mito di un universo incontaminato. Parlò di competizioni, sacrifici e soprattutto di anoressia, che lei stessa aveva vissuto in prima persona e per questo la Scala, dove ballava da quando aveva 18 anni la licenziò. Ora la Corte di Appello di Milano ha accolto il ricorso della ballerina Maria Francesca Garritano e ne ha disposto il reintegro al suo posto di lavoro.
"Siamo ovviamente molto soddisfatti. Abbiamo sempre ritenuto di aver ragione, non c'è mai stato alcun intento di danneggiare la Scala, si sono creati una serie di equivoci e questo finalmente è stato capito", ha detto Alessandro Russo, legale della ballerina. "Ora Maria Francesca potrà tornare in teatro, a fare il lavoro per cui studia e si impegna da quando era una bambina", ha aggiunto.
La Garritano, in arte Mary Garret, nacque a Cosenza nel 1978 e nel 2010 aveva pubblicato "La verità vi prego sulla danza!". Nel libro smontava l'immagine un po' romantica e flautata delle ballerine di danza classica, descrivendo una realtà di tutti i giorni fatta di sacrifici e competizione personale. Aveva parlato della sue esperienze personali, di maestre di danza che la prendeva in giro perché cicciotella, dei suoi ricordi non proprio piacevoli.
A provocare le furie della Scala furono alcune interviste che rilasciò successivamente, in particolare a media inglesi. Disse a chiare lettere che "una danzatrice della Scala su cinque soffre di disturbi alimentari". "L'ho fatto perché credo che informare e informarsi sia un passo importante - disse - Non ho cercato pubblicità, né volevo danneggiare nessuno".
Ma dal teatro scaligero, dove in quegli anni era una ballerina solista, partì nel 2012 il licenziamento per giusta causa. Ora, se vuole, potrà tornare alla Scala, anche se in realtà in questi anni Mary Garret non si è mai allontanata dal mondo della danza. E soprattutto ha continuato la sua battaglia contro l'anoressia: ha fondato Danza in Salute, per insegnare che si può stare sulle punte senza mortificare il corpo e l'anima.