La difesa di Rfi chiede accertamenti sull'impianto frenante del vagone
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Le prime indagini scientifiche sul deragliamento del treno a Pioltello (Milano) del 25 gennaio stanno confermando l'ipotesi iniziale di carenze nella manutenzione della rotaia e in particolare nel cosiddetto "punto zero" dove il convoglio è uscito dal binario. "Abbiamo sentito uno schianto in quel punto", hanno raccontato agli investigatori alcuni passeggeri del terzo vagone, il primo a deragliare. Sul "punto zero" si staccò un pezzo di rotaia di 23 cm.
Gli inquirenti hanno raccolto circa 120-130 testimonianze di passeggeri che erano sul convoglio (che andava a 140 km/h, velocità regolare in quella tratta) quella mattina. In particolare, quelli del terzo vagone, che si schiantò contro quattro pali prima di fermarsi, hanno detto tutti, in pratica, di aver "sentito uno schianto" nel punto dove il treno è deragliato, come se ci fosse "qualcosa, tipo un sasso, sulla rotaia". Chi era in quel vagone ha spiegato, poi, che il treno "ha iniziato a sussultare" quando è uscito dal binario e "correva sui sassi" e sbandava. Hanno descritto anche quegli istanti di "angoscia".
Anche chi era sul quarto vagone ha avuto "molta paura" perché ha sentito che il treno si stava "inclinando, come se affondasse", ma quella carrozza per fortuna si è sganciata dalla terza. Il macchinista che era nel primo vagone, invece, e i passeggeri del quinto e ultimo, invece, non hanno vissuto queste sensazioni perché i due vagoni sono rimasti nelle rotaie. La prima carrozza "era come frenata, si muoveva a singhiozzo", mentre dall'ultima "si vedevano le scintille". Nel secondo vagone, invece, non c'era nessuno perché per problemi tecnici era "freddo e buio".
Nell'hangar dove sono stati portati una parte del binario, i carrelli dei vagoni e i vagoni stessi, saranno effettuati in questi giorni (il termine "indicativo" per la super consulenza è di 90 giorni) gli accertamenti tecnici, in gran parte "ripetibili". Ciò vuol dire che i consulenti del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti potranno effettuare in autonomia le loro analisi, così come i consulenti delle difese (sono indagati manager e tecnici di Trenord e Rfi, oltre alle due società). La restante parte delle verifiche, invece, verrà effettuata nella forma degli "accertamenti irripetibili", ossia alla presenza sia degli esperti dei pm che di quelli nominati dai difensori.
Legno sotto rotaia presente da mesi - Sotto il giunto usurato, poi, era presente una tavoletta di legno "tampone" che sarebbe stata piazzata alcuni mesi fa. Già alcune ore dopo l'incidente (nel quale hanno perso la vita tre donne), gli investigatori della Polfer avevano trovato sotto il giunto, con vari problemi di usura, quella "staffa" di legno che sarebbe stata collocata là probabilmente da una squadra di operai. Messa in quel punto, qualche mese prima del disastro, per sostenere la rotaia ed evitare che, forse a causa di un cedimento della massicciata, battesse contro le pietre al passaggio dei treni che continuamente transitano su quella tratta.
Rfi chiede accertamenti sul vagone - Gli accertamenti, tra l'altro, come richiesto anche dalla difesa di Rfi, si concentreranno anche sul convoglio e nello specifico sui carrelli, sulle ruote e sui freni. Andrà verificato, secondo la difesa di Rfi, se il sistema frenante del terzo vagone potesse essere obsoleto.