Prosciolti gli istituti accusati di truffa nei confronti del Comune del capoluogo lombardo. Secondo la Corte d'appello "il fatto non sussiste"
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La Corte d'Appello di Milano ha assolto Ubs, Deutsche Bank, Depfa Bank e Jp Morgan, imputate per la truffa dei derivati ai danni del Comune di Milano. I giudici hanno ribaltato la sentenza di primo grado: le banche erano state condannate al pagamento di un milione di euro di multa e alla confisca di 89 mln di euro. Assolti, perché il fatto non sussiste, anche i nove manager ed ex manager degli istituti di credito imputati per la truffa.
Revocata la confisca di 89 milioni di euro - Con la sentenza di assoluzione, la Corte d'appello di Milano, presieduta da Luigi Martino, ha anche disposto la revoca della confisca dei circa 89 milioni di euro che era stata decisa in primo grado.
Ubs esulta: "Più dell'assoluzione solo le scuse" - Ubs, per voce dell'avvocato Fabio Cagnola, commenta a caldo la sentenza pronunciata dalla Corte d'appello di Milano: "Più della formula perché il fatto non sussiste ci sono solo le scuse. La sentenza ha riconosciuto che la condotta per la quale gli imputati erano stati condannati in primo grado non sussiste usando la formula più ampia".
"Giustizia è fatta" - Soddisfazione è espressa anche da Giuseppe Iannaccone, legale di Carlo Arosio e Tommaso Zibordi di Deutsche Bank: "Giustizia è fatta. La Corte d'appello ha guardato con serenità la vicenda e non ha potuto che ammettere che si è trattata di una bella operazione finanziaria".
Deutsche bank e Depfa: "Non c'era reato" - "La Corte sembra aver riconosciuto che non era possibile intravedere reati nei contratti derivati conclusi col Comune di Milano - dichiara Guido Alleva, difensore di Deutsche Bank e Depfa Bank -. Questo porta a riequilibrare le valutazioni sui rapporti tra gli istituti di credito e gli enti pubblici. Dai contratti il Comune di Milano ha incassato vantaggi".
Ribaltata la sentenza di primo grado - Nel dicembre del 2012, il Tribunale di Milano aveva condannato i quattro istituti e i nove manager per truffa sui derivati stipulati dal Comune di Milano nell'anno 2005. Subito dopo la sentenza, le banche avevano espresso disappunto annunciando il ricorso in appello.
Il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, aveva invece parlato di "sentenza storica con la quale si riconosce il principio fondamentale che ci deve essere trasparenza da parte delle banche nel contrattare con la pubblica amministrazione". Sentenza che i giudici della Corte d'appello hanno però ribaltato.