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Il 39enne di origini Amine Mohamed El Mir si schiantò contro l'utilitaria di Laura Amato e Claudia Turconi il 18 febbraio. Nonostante la pronuncia del Tribunale, nel 2018 aveva ottenuto la patente italiana
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Nel 2016 era stato dichiarato dal Tribunale "incapace di intendere e volere" perché affetto da "totale vizio di mente", ma nel 2018 aveva ottenuto la patente di guida italiana. E' quanto risulta, come riferisce Il Corriere della Sera, sul conto del 39enne italiano di origini marocchine, Amine Mohamed El Mir, che alle 2.30 del 18 febbraio, positivo a benzodiazepine e cannabis, ha tamponato a 150 chilometri all'ora la vettura di Laura Amato e Claudia Turconi, uccidendole, mentre erano ferme al pedaggio al casello Ghisolfa, sull'autostrada A4 Torino-Milano.
Le indagini hanno verificato che il 39enne dal 1995 era di tanto in tanto in cura presso Centri psicosociali. Dal casellario giudiziario, sempre da come riporta Il Corriere della Sera, è emerso anche che El Mir, imputato di tentata rapina, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, fu prosciolto dal Tribunale di Piacenza il 17 ottobre 2016 con la formula "non luogo a procedere per totale vizio di mente" al momento dei fatti. Non fu però stabilita la pericolosità sociale e pertanto non fu predisposta alcuna misura di sicurezza, sottolinea Il Corriere, che cita, dalla perizia psichiatrica, un "disturbo psicotico breve".
Così nel 2018 El Mir ottenne la conversione della patente marocchina in quella italiana, probabilmente, come ipotizza sempre Il Corriere della Sera, nel periodo in cui seguiva terapie per il proprio disturbo, cure che poi decise di interrompere. Nessun collegamento c'è tra le banche dati degli uffici pubblici che facesse risultare alla Motorizzazione informazioni su quel "totale vizio di mente" stabilito dal Tribunale due anni prima.
Un farmaco tranquillante a base di benzodiazepine. Sarebbe stato somministrato nel presidio medico dell'aeroporto di Malpensa al 39enne italiano di origine marocchina che poi, il 18 febbraio, verso le 2.30, ha travolto con la sua auto, alla barriera autostradale Ghisolfa sulla A4 Torino-Milano, la macchina con a bordo due donne, Laura Amato, 54 anni, e Claudia Turconi, 59 anni, morte nello schianto.
L'uomo era risultato positivo a benzodiazepine e cannabis. Il 39enne, indagato per omicidio colposo plurimo nell'inchiesta del pm Paolo Filippini e della polizia stradale di Novara, era in cura dal '95 con diagnosi di "disturbi psicotici". Il 16 febbraio ha avuto una crisi e la moglie gli ha suggerito di andare in ospedale per farsi prescrivere dei farmaci. Nello specifico, l'ospedale di Piacenza dal quale se ne era andato.
Stando agli accertamenti, El Mir è però ricomparso il giorno dopo all'aeroporto di Malpensa, dove avrebbe voluto prendere un volo verso il Marocco. Vedendo le sue condizioni all'imbarco, è stato portato al presidio medico e là, secondo gli atti acquisiti dalla Procura, gli sono state somministrate una cinquantina di gocce del farmaco. Gli operatori hanno poi chiamato un'ambulanza e il 39enne è stato portato all'ospedale di Gallarate, ma anche da là se ne è andato pure.
Ha chiamato un cugino e si è fatto portare a riprendere la macchina a Malpensa. Il cugino gli ha consigliato di raggiungerlo a casa sua, ma l'uomo ha detto che era stanco. Si sarebbe fermato in una piazzola di sosta e poi ha ripreso a guidare fino allo schianto a 150 km/h senza frenare.
Per l'uomo, ricoverato in psichiatria a Piacenza, a breve dovrebbe essere disposta una misura di sicurezza in ospedale, con libertà vigilata. E sarà chiesta una perizia psichiatrica.