La Regione, che non si fece carico del ricovero della donna in una struttura sanitaria adeguata per la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione, dovrà versare 133mila euro di risarcimento al padre
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Il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso della Regione Lombardia, ha confermato il risarcimento, di quasi 133mila euro, a Beppino Englaro per il mancato ricovero della figlia Eluana, in stato vegetativo per 17 anni, in una struttura sanitaria adeguata per la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione come richiesto dal padre. Eluana fu infine trasferita alla casa di riposo la Quiete di Udine, dove morì il 9 febbraio 2009.
La decisione della terza sezione del Consiglio di Stato arriva a conclusione di una vicenda iniziata nel 2009, prima della morte di Eluana. Il padre Beppino chiese alla Regione Lombardia di mettere a disposizione una struttura sanitaria per il distacco del sondino naso-gastrico, che teneva in vita la figlia, in seguito all'autorizzazione della Corte d'Appello di Milano e poi della Cassazione.
La soddisfazione del padre di Eluana - Beppino Englaro, padre di Eluana, si è detto "soddisfatto" della sentenza del Consiglio di Stato, "ma non posso dire che mi faccia piacere, semmai è un provvedimento che davamo per scontato". "Quello che davvero ci ha fatto piacere è stata la sentenza della Cassazione del 2007", ha spiegato. "Presentare ricorso contro il pagamento del ricovero di mia figlia era un diritto legittimo della Regione Lombardia, ma noi non avevamo dubbi che sarebbe finita così".
Il trasferimento a Udine - Secondo il Tar, la Regione Lombardia avrebbe dovuto indicare la struttura sanitaria dotata dei requisiti, per sgravare la famiglia anche del compito di individuare la struttura adatta. Dopo la pubblicazione della decisione del Tar, inattuata, i familiari furono costretti a trasferire Eluana presso la casa di cura "La Quiete" di Udine, dove morì il 9 febbraio 2009.
Il risarcimento - Beppino Englaro riuscì a dimostrare davanti ai giudici che la figlia, quando era ancora in vita, aveva manifestato la volontà, in caso di incidente o malattia, di non essere tenuta in vita artificialmente. il Tar della Lombardia quantificò in quasi 133.000 euro il risarcimento per il danno patrimoniale, non patrimoniale e da lesione parentale, non riconoscendo però quello morale. La decisione è stata confermata oggi dal Consiglio di Stato.
"La Regione doveva far staccare il sondino" - Il Consiglio di Stato, nel confermare il risarcimento da parte della Regione in favore di Beppino Englaro, sottolinea come una volta stabilito, in sede civile con sentenza della Cassazione, il diritto di Eluana a sospendere il trattamento di sostegno vitale, "non poteva ragionevolmente porsi in dubbio l'obbligo della Regione di adottare tramite proprie strutture le misure corrispondenti al consenso informato espresso dalla persona".