Il documento indirizzato alla trasmissione: "Sono sicuro di poter mettere le cose a posto"
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"Io non so perché mi trovo qui, sono stato tirato in ballo in questa storia". Sono le parole di Davide Del Bò in una lettera indirizzata a "Pomeriggio Cinque". L'uomo, attualmente in carcere insieme ad altre tre persone con l'accusa di essere coinvolto nella morte di Enore Saccò, l'uomo ucciso a Bressana Bottarone, in provincia di Pavia, il 16 febbraio scorso.
L'uomo ha scelto il programma di Canale 5 per raccontare la sua versione dei fatti: "Le altre persone coinvolte le conosco ma non le frequento - scrive -. Sono molto dispiaciuto per quello che è successo". Del Bò assicura di non avere niente a che fare con la morte di Enore, prima di rivolgere un pensiero alla sua famiglia. Prima parlando della madre scomparsa a dicembre e poi al padre: "A Natale ho perso mia madre - prosegue Del Bò nella lettera -. Pensavo di poter trascorrere la Pasqua e più tempo possibile con mio padre che vive da solo in compagnia del mio gatto. Vorrei rassicurare mio padre di non preoccuparsi perché ho la coscienza a posto".
"Pomeriggio Cinque" ha raccolto anche le dichiarazioni del padre di Del Bò: "Lui è tranquillo - ha detto l'uomo -, è il suo carattere. Non ho mai litigato con mio figlio". Davide Del Bò è accusato di incendio e di distruzione di cadavere, un'accusa che non spaventa il legale dell'uomo, Rosario Tripodi: "Noi stiamo tenendo dentro Del Bò che ha una posizione del tutto marginale in tutta questa vicenda. E forse non ha responsabilità penali". "Sono sicuro di poter chiarire tutto il prima possibile - continua Davide Del Bò nella sua missiva -. Voglio tornare ad abbracciare mio padre. Ti voglio bene papà, con affetto. Davide".