Nel 1979 il 60enne Antonio Cianci uccise 3 carabinieri della stazione di Melzo e prima, nel 1974, quando aveva 15 anni, un metronotte
Ha approfittato con "freddezza" del permesso premio che gli è stato concesso, ha "ordito l'aggressione", mascherandosi da operatore del San Raffaele, sapendo che al piano 'meno 1' non c'erano telecamere. Se non fosse stato bloccato dalla polizia, non sarebbe tornato in carcere. E' quanto scrive il gip Ilaria De Magistris di.Antonio Cianci, l'ergastolano 60enne che sabato ha tentato di uccidere un anziano.
Secondo il giudice per le indagini preliminari, l'uomo ha "bisogno di cimentarsi" nei crimini e di mostrare, "ostentare" la sua "dominanza criminale".
Nell'ordinanza di convalida dell'arresto e di custodia cautelare in carcere vengono descritti la rapina e il tentato omicidio che Cianci ha commesso ai danni di un 79enne quattro giorni fa, dopo che nel '79 uccise 3 carabinieri della stazione di Melzo e prima, nel '74, quando aveva 15 anni, un metronotte.
Cianci in permesso premio, concesso per 12 ore (era il terzo di cui usufruiva), sabato ha rubato in ospedale una tuta da inserviente, guanti, mascherina e un apparecchio per misurare la pressione per passare inosservato in ospedale, ha chiesto soldi all'anziano che gli ha dato quello che aveva in tasca, "9 euro e 37 centesimi".
L'ergastolano "adirato" per la cifra "esigua" a quel punto gli ha sferrato un fendente alla gola con un taglierino, una "lesione potenzialmente mortale" perché ha sfiorato la giugulare. Quando è stato bloccato poco lontano, mentre aspettava un bus, era "apparentemente tranquillo", si legge nell'ordinanza, e poco prima aveva buttato in un bidone guanti, mascherina e l'apparecchio per la pressione che gli erano serviti per mascherarsi, oltre al cellulare della vittima e al taglierino.
Per il gip Cianci con le sue azioni, ma anche con quelle frasi "provocatorie" dette nell'interrogatorio a San Vittore, dimostra il suo "perdurante bisogno, non governato seppur lucido, di cimentarsi in atti criminali complessi", un "bisogno che il Cianci mostra in tal modo di nutrire tuttora, malgrado" la sua "biografia penale". Vuole, prosegue il giudice, "affermare una propensione alla commissione di delitti" di "particolare efferatezza". Quella contro l'anziano è stata, infatti, scrive ancora il gip, "un'aggressione violenta, sanguinaria", con "evidente dolo omicidiario".