Nuove ombre sull'Esposizione. Nel mirino dei pm il responsabile unico di Padiglione Italia e commissario delegato Opere infrastrutturali Expo 2015 destinatario di un avviso di garanzia per il progetto "Vie d'acqua"
© ansa
Il commissario delegato di Expo 2015, Antonio Acerbo, è stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione e turbativa d'asta in relazione al progetto "Vie d'acqua". La guardia di finanza di Milano, nell'ambito dell'inchiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, ha effettuato perquisizioni a carico del dirigente e di altre persone ritenute "strumenti" e intermediari della presunta corruzione.
Antonio Acerbo, secondo la Procura di Milano, avrebbe favorito l'imprenditore Enrico Maltauro in relazione all'appalto per le "Vie d'acqua" vinto proprio dall'impresa vicentina, commissariata per questo motivo.. L'appalto venne aggiudicato in base al criterio dell'offerta più conveniente e, secondo i pm, in cambio di mazzette.
In un comunicato del procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, viene spiegato che "sono state eseguite perquisizioni nei luoghi in disponibilità dell'indagato Antonio Acerbo, cui è stata contestualmente notificata informazione di garanzia per i reati di turbativa d'asta e corruzione, commessi a Milano fino al 10 luglio 2013". Con lui risultano indagate anche altre persone.
I magistrati hanno inoltre ordinato "l'esibizione degli atti e dei documenti" relativi al progetto in questione presso "Expo Spa e Metropolitana Milanese Spa". Acerbo è il commissario delegato per le Opere infrastrutturali Expo 2015 (oltre che responsabile unico per il procedimento di Padiglione Italia). L'altro commissario delegato da Giuseppe Sala è Giovanni Confalonieri, che risulta estraneo ai fatti.
L'indagine è una tranche dell'inchiesta che a maggio ha portato agli arresti, tra gli altri, di Gianstefano Frigerio, Luigi Grillo e Primo Greganti. Inchiesta relativa ad una serie di irregolarità negli appalti di Expo, Sogim e della sanità lombarda e che avrebbe accertato la presenza della cosiddetta "cupola degli appalti".
Il nuovo troncone d'indagini nasce da alcune intercettazioni e dalle dichiarazioni di Enrico Maltauro, imprenditore vicentino finito in carcere a maggio nel primo filone dell'inchiesta con al centro appalti per l'Esposizione Universale. Secondo la Procura di Milano, i lavori per il progetto "Vie d'acqua" del valore di oltre 100 milioni di euro sarebbero stati aggiudicati alla Maltauro spa in cambio di tangenti.
Il ruolo di Antonio Acerbo in Padiglione Italia "può essere un problema". Così ha dichiarato il presidente Anticorruzione Raffaele Cantone. "Negli ultimi incontri con Diana Bracco - ha aggiunto - il rappresentante tecnico per Padiglione Italia è sempre stato l'ingegner Acerbo e questo può essere un problema". Nella giornata di giovedì 18 settembre è previsto un incontro tra Cantone e il presidente di Expo 2015 Spa.
La Maltauro: "Estranei a fatti contestati" - Maltauro Spa "ribadisce la propria assoluta estraneità rispetto ai fatti che risulterebbero ipotizzati dai pubblici ministeri della Procura di Milano, rispetto ai quali la medesima impresa ha peraltro sin dalla venuta a conoscenza dei fatti adottato tutte le misure necessarie a garantire il massimo rispetto di quei principi di legalità e trasparenza considerati imprescindibili". Lo si legge in una nota diffusa dalla società di costruzioni vicentina dopo l'avviso di garanzia ad Acerbo.