RITORNO A MANI PULITE

Expo, arrivano le prime ammissioni Un imprenditore: "Abbiamo pagato"

Enrico Maltauro, vicentino, davanti al gip: "Il sistema funziona in questo modo. Non ci sono alternative". Frigerio: mai preso soldi

13 Mag 2014 - 13:43
 © ansa

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Arrivano le prime ammissioni sugli appalti Expo davanti al gip. Alcuni imprenditori ammettono di aver pagato per avere le commesse e aggiungono: "Tanto, non ci sono alternative". Arrestato, Enrico Maltauro, vicentino, ha dichiarato che la via obbligata per lavorare è quella. "Bisogna pagare i mediatori", ha detto, raccontanto come lavora la "squadra" capeggiata da Frigerio per Expo, Sanità e Sogin.

E Sergio Cattozzo, ex segretario dell'Udc ligure, come scrive la "Stampa", dice di sentirs come "un lobbista all'americana" e spiega: "In fondo, le aziende vanno coccolate. Come le belle donne". A incastrarlo alcuni bigliettini che si era nascosto nelle mutande al momento dell'arresto, con i resoconti delle tangenti incassate. Proprio da Maltauro Cattozzo prendeva in nero, "dietro pressioni", tangenti "non superiori ai 200mila euro l'anno", come ammette l'imprenditore di Vicenza . E naturalmente c'erano anche i soldi fatturati. "Per operazioni inesistenti", dicono i pm.

Sempre Maltauro dunque ha dovuto contrattualizzare come consulente "un uomo di lobbing", Cattozzo appunto, per doveri di gentilezza con faccendieri e politici. Alcuni filmati riprendono l'imprenditore mentre gli dà soldi in contanti. E a Maltauro i bandi per le gare d'appalto arrivavano in anticipo. Insomma, dalle ammissioni fatte dall'imprenditore si tratterebbe di corruzione, anche se, come chiarisce l'avvocato di Maltauro, Giovanni Dedola, "noi sul tavolo abbiamo messo le fattualità. Le configurazioni giuridiche saranno elaborate di conseguenza". Maltauro ha ammesso di aver consegnato i soldi. Se sia davvero corruzione, lo stabilirà l'inchiesta.

D'altra parte, Maltauro aggiunge che si sente come ai tempi di Mani Pulite: già allora collaborò subito, passando da una procura all'altra a raccontare delle tangenti pagate dai suoi manager ai partiti. Dopo anni di assenza, l'imprenditore dice di essersi riaffacciato alla gestione operativa della sua azienda, ritrovando tutto come lo aveva lasciato: ecco dunque la necessità di avere "in casa" un lobbista: nel suo caso, Cattozzo gli era stato indicato dal senatore Grillo, ed era stato lo stesso Cattozzo a presentargli Frigerio.

Già, Cattozzo. Cioè quello che avrebbe incassato i soldi: per tenerseli o per girarli a qualcun altro? Per adesso lui ha dunque deciso di non esporsi troppo, dichiarandosi appunto "un lobbista all'americana". La sua competenza? Far lavorare bene le aziende tramite le sue conoscenze politiche. E i post-it nascosti nelle mutande? Li ha giustificati dicendo di essere caduto nel panico. Ma resta il fatto che su quei foglietti sono segnati dettagliatamente i soldi ricevuto da Maltauro.

Nega invece Gianstefano Frigerio: mai preso soldi. Lo stesso fa Primo Greganti, mentre Angelo Paris, manager di Expo, ammette di "aver fatto degli errori" ma nega di far parte della "cupola". D'altra parte, la sua intercettazione non lascia adito a molte interpretazioni: "Io vi faccio fare tutti i lavori che volete. Basta che mi facciate fare carriera".

In generale, gli uomini indicati come quelli della cupola lombarda hanno negato di aver creato un comitato d'affari, ammettendo di aver svolto invece un lavoro di "utile" intermediazione per le aziende con cui entravano in contatto. Unico a dare qualche cenno di pentimento l'ex numero due di Expo, Angelo Paris, che ha fatto depositare la lettera di dimissioni dalla società con questa motivazione: "Ho sempre creduto nel progetto" e quindi "ci tengo che vada avanti senza intralci". Quanto a Luigi Grillo, ex Pdl, nega tutto: conosceva Frigerio e Cattozzo, ma solo per amicizia e politica. "Mai preso soldi", assicura.

Le carte depositate dalla Procura raccontano però una realtà diversa: alcuni arrestati si davano appuntamenti per vedersi e le modalità erano "tipiche della fissazione di incontri da parte della criminalità organizzata", con lo scopo cioè di "eludere possibili controlli".

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