"PAGAVO PER LAVORARE"

Expo, Maltauro: "La cupola esiste" La Corte dei Conti apre un'inchiesta

L'imprenditore arrestato ammette: "Sistema basato sulle tangenti: pagavo per lavorare". Intanto l'organo di rilievo costituzionale indaga su un possibile danno erariale

15 Mag 2014 - 12:57
 © ansa

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Enrico Maltauro, imprenditore vicentino tra gli arrestati di giovedì scorso, avrebbe confermato in pieno l'ipotesi della Procura di Milano: per lavorare ai progetti Expo bisognava stare al "gioco", a quel sistema architettato dalla "cupola" e fatto di presunti appalti pilotati e di mazzette per i lavori. "Mi hanno chiesto 1,2 mln di euro - ha spiegato Maltauro -: ne ho pagati 600mila". Ipotesi di danno erariale: la Corte dei Conti apre un'inchiesta.

Si indaga per possibile danno erariale - La procura regionale della Corte dei conti per la Lombardia ha avviato un'indagine per accertare possibili profili di danno erariale nella gestione della gare di appalto per Expo 2015. "L'inchiesta è in stretta connessione con i recenti provvedimenti della magistratura penale in materia di gestione delle gare di appalto di Expo 2015", si legge in una nota.

Per l'indagini su Expo e per quella su Infrastrutture Lombarde già in corso è stato costituito un apposito pool di magistrati contabili guidato dal procuratore regionale, Antonio Caruso, e che si avvarrà dell'ausilio del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano.

Ammissione di Maltauro e Cattozzo - Maltauro è stato arrestato insieme all'ex esponente della Dc Gianstefano Frigerio, all'ex funzionario del Pci Primo Greganti, all'ex senatore del Pdl Luigi Grillo, all'ex esponente ligure dell'Udc Sergio Cattozzo e all'ex manager, appena dimessosi, di Expo Angelo Paris. Maltauro e Cattozzo, ex esponente ligure dell'Udc, sono stati interrogati dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, e hanno consolidato l'impianto accusatorio. Gli altri coindagati, eccetto Paris, hanno negato.

"Per poter lavorare pagavo" - Maltauro, difeso dagli avvocati Giovanni Dedola e Paolo Grasso, ha messo a fuoco il metodo ideato dal terzetto Frigerio-Greganti-Grillo: "Un sistema basato sulle tangenti e io per poter lavorare mi adeguavo e pagavo", questa la sintesi di un verbale al momento secretato. Maltauro avrebbe aggiunto: "La cupola mi ha chiesto un milione e duecento mila euro di mazzette", ammettendo di aver pagato 600 mila euro e di averne promessi altrettanti per aggiudicarsi gli appalti di Expo e Sogin.

I legali: "Cattozzo ha chiarito" - Sulla stessa linea Sergio Cattozzo. Il politico ha confermato l'esistenza di appalti truccati e di tangenti, con promesse di carriera ai pubblici ufficiali complici. I suoi avvocati Rodolfo Senes e Michele Ciravegna hanno dichiarato: "Ha chiarito dando giustificazioni congruenti e fornendo le indicazioni richieste".

La contabilità delle mazzette nei post-it - Ha spiegato inoltre "il significato delle cifre" contenute nei tre post-it che al momento dell'arresto aveva tentato di nascondere e sui quali, come poi l'altro ieri ha confessato davanti al gip Fabio Antezza, aveva appuntato la "contabilità" delle mazzette e del denaro versato dall'imprenditore vicentino: 590 mila euro tra l'anno scorso e quest'anno. A lui, invece, i compensi sono stati versati da Maltauro sotto forma di falsi contratti per 300 mila euro lordi a cui si aggiunge, come benefit, un'Audi da circa 60 mila euro.

Intanto i pm, hanno depositato il ricorso al Tribunale del Riesame contro il rigetto da parte del gip dell'arresto di altre dodici persone. Tra questi ci sono i nomi di Giuseppe Nucci e Alberto Alatri, i due ex manager di Sogin, la società a partecipazione pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari in Italia, e anche di Giovanni Rodighiero, ritenuto il braccio destro di Frigerio.

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