Condannati con rito abbreviato a due anni di reclusione Carlo Spreafico (Pd) e Alberto Bonetti Baroggi (Pdl), un anno e mezzo per Angelo Costanzo (Pd)
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Il gup di Milano Fabrizio D'Arcangelo ha rinviato a giudizio 56 ex consiglieri lombardi, tra cui Renzo Bossi e Nicole Minetti, accusati di peculato e truffa per la vicenda delle spese pazze con i rimborsi regionali. Altri tre ex consiglieri, Carlo Spreafico (Pd), Alberto Bonetti Baroggi (Pdl) e Angelo Costanzo (Pd), sono stati condannati con rito abbreviato. Tre sono stati e prosciolti e uno assolto. Il processo inizierà il primo luglio.
Tra gli altri affronteranno il processo davanti ai giudici della decima sezione penale gli ex assessori della giunta Formigoni Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagli, l'ex presidente del consiglio regionale Davide Boni e l'ex consigliere Stefano Galli (entrambi in quota al Carroccio), tutti all'epoca dei fatti esponenti della maggioranza. Per le opposizioni sono stati rinviati a giudizio Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri ed Elisabetta Fatuzzo.
Dei quattro imputati che avevano scelto il rito abbreviato, il gup ha condannato a due anni di reclusione sia Carlo Spreafico (Pd) sia Alberto Bonetti Baroggi, eletto nelle liste del Pdl e che ha restituito alla Corte dei Conti la cifra contestata, e a un anno e mezzo di carcere Angelo Costanzo (Pd). Assolto invece per un vizio procedurale Guido Galperti, attuale deputato del Partito Democratico. Prosciolti sempre per vizio procedurale gli ex assessori Gianni Rossoni e Mario Scotti e l'ex capogruppo del Pd Carlo Porcari.
Stralciata invece la posizione del'ex assessore Franco Nicoli Cristiani che ha chiesto di patteggiare una pena di oltre 2 anni in continuazione con la condanna gia' patteggiata per la vicenda della discarica di Cappella Cantone. La sua richiesta verrà valutata da un altro gup il prossimo 30 aprile.
Gli ex consiglieri - pochi sono ancora in carica - sono accusati di aver utilizzato, tra il 2008 e il 2012, i fondi pubblici assegnati ai singoli gruppi regionali per spese personali, tra le quali l'acquisto di torroni, gratta e vinci o cartucce da caccia, e per pagare cene a base di aragosta e sushi oppure merende con piadine e nutella. Il tutto per circa tre milioni di euro.
Le accuse a Bossi Jr e Minetti - Anche il figlio del fondatore della Lega e Nicole Minetti sono accusati di peculato. Il "Trota" tra il 2010 e il 2012 si sarebbe appropriato della somma complessiva di 15.757,21 euro per aver messo in conto spese per caramelle, gomme da masticare, cocktail come mojito, campari e negroni, patatine, barrette ipocaloriche, giornali, sigarette, un iPhone, auricolari, un computer e il libro 'carta Straccia' di Giampaolo Pansa.
A Nicole Minetti sono state contestate spese per 19.651,96 euro, soldi in gran parte usati per ristoranti e bar, ma anche per l'acquisto di oggettistica all'Ikea e del libro 'Mignottocrazia' di Paolo Guzzanti.