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L'uomo era in difficoltà finanziarie. L'arma del delitto, ritrovata vicino al cadavere, non aveva impronte e il medico indossava un paio di guanti di lattice
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Si continua a indagare sul caso del ginecologo campano Stefano Ansaldi, trovato sgozzato fa vicino alla stazione Centrale di Milano. Gli investigatori hanno raccolto le registrazioni delle telecamere di zona e non hanno trovato nessuna persona in fuga e nemmeno testimoni. Tra le ipotesi spunta anche quella, tutta da dimostrare, del suicidio.
Tra gli elementi che inducono a pensare che il medico fosse solo al momento della morte c'è la sparizione del telefonino, unico oggetto non ritrovato. Si pensava che lo avesse portato via il killer ma in realtà il cellulare era stato spento un'ora prima e forse è stato proprio Stefano Ansaldi a liberarsene.
Inizialmente si ipotizzava una rapina finita male, poi un omicidio per motivi personali o economici, ma già da martedì l'ipotesi più seguita è stata quella del gesto estremo, dopo che nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, coordinate dall'aggiunto Laura Pedio e dal pm Adriano Scudieri, sono stati ascoltati anche numerosi testi, tra colleghi, amici e familiari.
Si stanno analizzando anche i filmati delle telecamere più lontane da via Macchi, dove è stato trovato il cadavere, sotto l'impalcatura di un palazzo in ristrutturazione. E si vuole escludere anche che un eventuale aggressore sia poi entrato all'interno di un civico della via, senza essere ripreso. Gli esiti definitivi dell'autopsia, eseguita martedì, potranno chiarire le modalità del taglio alla gola, che da una prima analisi non era parso un colpo inferto da davanti.
Sull'arma del delitto nessuna impronta - Sul coltello non sono state trovate impronte e lo stesso Ansaldi indossava dei guanti in lattice. Il coltello da cucina non sembra fosse stato acquistato da poco, ma potrebbe essere un coltello già usato in casa, anche se i familiari del medico non sarebbero riusciti a dire con esattezza se sia stato preso dall'abitazione.
Ansaldi aveva viaggiato da Napoli a Milano quel sabato con un biglietto di sola andata (arrivato verso le 15 e morto verso le 18) e si sta cercando di capire se avesse comunque un appuntamento nel capoluogo lombardo, ipotesi probabile per gli inquirenti. Non aveva legami di lavoro, né, pare, conoscenze in città. Non sono stati trovati per ora biglietti o scritti di Ansaldi. E' in corso anche l'analisi sulle macchie di sangue per ricostruire al meglio la dinamica della morte.