Nonostante i numerosi appelli della famiglia, nessuno è riuscito a salvare l’uomo, un medico di 40 anni
La storia di Giuseppe Pustorino, medico 40enne di Reggio Calabria malato di leucemia, aveva conquistato il web, tanto che gli appelli della famiglia sui social erano riusciti nell’obiettivo di trovare un donatore di midollo compatibile per l’80% con l’uomo. Ma il giorno del trapianto nessuno si è presentato. Giuseppe è morto così il novembre scorso, ma le polemiche, da quel momento, non si sono placate.
Nel luglio 2017 a Giuseppe era stata diagnosticata, nell’Ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo dove lavorava, una leucemia mieloide acuta. La speranza di guarire arriva quando si riesce a trovare un donatore compatibile, che però non si presenterà mai. Di lui si perderà ogni traccia. A nulla sono serviti i successivi appelli in rete della famiglia, né il trapianto di midollo donato dalla sorella, purtroppo compatibile solo per il 50%. Le condizioni di Giuseppe peggioreranno sempre più.
"Non voglio che si scateni ora una caccia alle streghe o la ricerca a tutti i costi di un capro espiatorio, però quel giorno è come se Giuseppe fosse morto due volte - commenta il fratello Pietro – è vero che il donatore non può essere obbligato in alcun modo, ma se uno si offre volontariamente, poi non si può tirare indietro. In ballo c’è la vita di una persona". A tre mesi dalla morte di Giuseppe, la famiglia ha deciso di far partire una raccolta fondi su Facebook in memoria del giovane medico per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dei trapianti.
Un caso simile era già accaduto con Alex, bambino affetto da una malattia genetica che ha visto il proprio donatore ritirarsi all’ultimo. Il piccolo è riuscito però a salvarsi grazie a una donazione di cellule da parte del padre.