Succede a Mortara, in provincia di Pavia. Il primo cittadino Marco Facchinotti: "Non vogliamo che persone con uno status ibrido si allenino sui campi del Comune"
E' durata il tempo di un solo allenamento l'esperienza con la maglia del Mortara calcio di alcuni profughi ospitati in paese. Il sindaco della cittadina in provincia di Pavia, Marco Facchinotti (Lega Nord), ha infatti costretto la società calcistica a tornare sui propri passi e a impedire ai migranti di scendere in campo. "Noi non vogliamo che persone con uno status ibrido si allenino sui campi del Comune", ha detto il primo cittadino.
"Far giocare queste persone ci sembra uno sgarbo alle famiglie che portano i loro ragazzi a calcio", ha aggiunto Facchinotti, dal 2012 alla guida di un monocolore leghista.
"Poteva essere un'occasione di integrazione ma anche la possibilità di scoprire qualche talento tra questi ragazzi", ha commentato senza nascondere il suo dispiacere Fabio Garavaglia, presidente della cooperativa Faber che ospita 131 richiedenti asilo in quattro strutture lomelline, di cui due proprio a Mortara. Tra i giovani coinvolti vi sono anche due cittadini libici che, nel loro Paese, militavano come professionisti.
I profughi hanno avuto il tempo di fare un solo allenamento, poi il Comune ha imposto alla società un dietrofront: se non fosse tornata sui suoi passi, la Mortara Calcio avrebbe rischiato la revoca della convenzione per la gestione dei campi, per la quale percepisce un contributo dal Comune di 40mila euro l'anno.