Dagli atti della Procura di Bergamo emergono nuovi particolari sulla gestione dell'emergenza. Guerra: "Una scemenza far fare i tamponi a tutti". Il sindaco Nembro nel 2020 scriveva: "Le lobby lasciano aperti i locali"
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Dagli atti dell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione dell'emergenza Covid in Lombardia continuano a emergere particolari. "Ci hanno fatto andare in guerra come gli italiani in Russia, con le scarpe di cartone" è uno dei passaggi, risalenti a marzo 2020, tra l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e l'ex consigliere regionale azzurro Carlo Saffioti. "Il problema è l'assoluta insufficienza dei dpi - scriveva Gallera -. Fin da subito non siamo riusciti a distribuire sul territorio mascherine, camici, visiere ecc perché non ce n'erano. Qui pochi che abbiamo vengono giustamente destinati agli ospedali. Questo ha fatto saltare protocolli e servizi che erano attivi e che avrebbero dovuto essere un presidio di sanità. Ci hanno fatto andare in guerra come gli italiani in Russia, con le scarpe di cartone".
In particolar modo dagli atti emerge una situazione decisamente caotica, come si evince dagli scambi avvenuti tra alcuni dei "protagonisti" di quei momenti. "Sta succedendo di tutto: pareri del comitato difformi da Conte e ministro, ripensamenti sollecitati, gente richiamata a venire qui, la guerra mondiale", è infatti uno dei messaggi WhatsApp tra Giuseppe Ruocco, ex segretario generale del ministero della Salute, e una funzionaria ministeriale. Ruocco, il 29 febbraio 2020 poi scriveva: "Mancano le maschere, Conte ci fa cambiare le misure per la prossima settimana (chiusure/aperture) mano a mano che sentono le Regioni; ci chiedono di ipotizzare ospedali da campo e attrezzature relative; ci chiedono linee guida per la gestione sub intensiva dei pazienti etc etc".
Sempre dagli atti emergono le differenti visioni sul come gestire la situazione. "Anch'io sarei stato drastico su ristoranti, bar, centri sportivi eccetera. E Invece le varie lobby li hanno lasciati aperti. Sbagliato. Se devi intervenire, intervieni in modo rigido, altrimenti non serve", scriveva infatti la sera del 3 marzo 2020 in un messaggio Whatsapp il sindaco di Nembro Claudio Cancelli, commentando con un imprenditore della zona la notizia, che circolava, della istituzione della zona rossa in Val Seriana.
"Ma fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo". Così il 15 marzo 2020, in pieno lockdown, Ranieri Guerra, allora numero due dell'Oms commentava via WhatsApp con Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss a cui aveva chiesto se era vera la decisione "di fare tampini a tutti a tappeto". Nella chat, agli atti dell'inchiesta della Procura di Bergamo, Brusaferro rispondeva a Guerra: "No è che ognuno va per conto suo". E il direttore vicario dell'Oms rassicurava: "Ho parlato con Galli, poi, e gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti... ha convenuto, spero...".