Il difensore smentisce le voci circolate martedì sull'ipotesi della distrazione al volante per firmare la cedola, una sorta di diario di bordo che i dipendenti devono sottoscrivere prima di iniziare il turno
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"Mi si è appannata la vista, ho avuto un malore improvviso e non sono più riuscito a controllare il mezzo". E' questa la nuova versione che l'autista dell'Atm, indagato insieme al collega dell'Amsa, ha dato dell'incidente tra un filobus e un camion dei rifiuti che ha causato una vittima e 12 feriti a Milano. Nessuna distrazione, secondo quanto riferito anche dal suo legale.
Il 28enne ha inoltre negato, sempre parlando col suo difensore, di essersi distratto col cellulare mentre era alla guida. Intanto per giovedì è stata fissata l'autopsia sul corpo della vittima. Sono già iniziate, invece, le audizioni dei testimoni, passeggeri e passanti, mentre i due conducenti dei mezzi saranno interrogati probabilmente la prossima settimana.
La magistratura verificherà anche questa spiegazione. Ma rimangono i sospetti che invece il dipendente dell'Azienda di trasporto pubblico milanese al momento dello scatto del rosso e del conseguente schianto con il camion Amsa possa essersi distratto.
E' tutto da verificare, sia nel caso stesse firmando la cedola - una sorta di diario di bordo che gli autisti devono sottoscrivere prima di entrare in servizio -, come era trapelato martedì in ambienti di lavoro, sia nel caso in cui invece stesse rispondendo a un messaggio sul cellulare, che è stato requisito dalla polizia locale.
La cedola invece non è stata ancora sequestrata, ma probabilmente la misura avverà nei prossimi giorni, così come l'interrogatorio dell'indagato. Insieme a lui sarà ascoltato anche l'altro indagato, l'autista del camion dei rifiuti che come si vede dalle immagini riprese dalle telecamere della farmacia e della casa di riposo di viale Bezzi andava a velocità sostenuta.