"Mi ha chiesto se sono davvero convinto che sia stato lui a uccidere mia figlia", aggiunge il genitore della 19enne uccisa a Milano con 85 coltellate il 7 febbraio 2018
"Non lo perdonerò mai". Lo dice il papà di Jessica Valentina Faoro, la 19enne uccisa a Milano con 85 coltellate il 7 febbraio 2018, riferendosi ad Alessandro Garlaschi, il tranviere che ospitava la ragazza e che è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio. "Non mi ha mai chiesto scusa. Da lui ho ricevuto lettere e cartoline: mi ha scritto di portare un fiore o un lumino a Jessica. Mi ha chiesto se sono davvero convinto che sia stato lui a uccidere mia figlia. Io non gli ho mai risposto. Non solo non lo perdonerò mai ma gli chiedo di non cercarmi, non voglio incontrarlo. Neppure quando uscirà dal carcere", spiega Stefano Faoro al Giorno.
"È stata massacrata. Ogni volta che ci penso, sto male. Ho avuto bisogno di supporto psicologico, è un trauma che non si cancella", dichiara l'uomo, che poi aggiunge: "Questo sabato (alle 18:30 al Centro culturale Asteria, ndr), ci sarà uno spettacolo teatrale in memoria di Jessica". Si tratta del monologo teatrale "N.N." della poetessa e scrittrice Mara Venuto e interpretato dall'attrice Sarah Macchi. "Nessuno deve più trovarsi nella situazione di mia figlia. Questa storia deve servire ad aiutare altri ragazzi come lei, a colmare il vuoto tra genitori e figli, anche attraverso progetti mirati. Nessuno sia più dimenticato", conclude il padre di Jessica.
Il caso - La 19enne aveva chiesto ospitalità al tranviere nella sua casa in cambio di un aiuto nei lavori domestici. La ragazza, che aveva alle spalle un passato difficile ed era cresciuta in comunità, si era allontanata dall'appartamento che il tranviere divideva con la moglie perché l'uomo le aveva fatto delle avances che lei non aveva gradito. Dopo qualche ora, però, aveva deciso di tornare in quella casa. E Garlaschi approfittò dell'assenza della moglie per tentare di fare sesso con lei e poi ucciderla. L'uomo poi diede fuoco al corpo per cercare di infilarlo in due borsoni.