Nel processo in corso a carico di Emanuele Casula è emerso che il ragazzo ha confessato di aver gettato nel dirupo la ragazza e di aver tentato di uccidere un altro uomo
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Emanuele Casula ha confessato sia l'omicidio della sua ragazza, Veronica Balsamo, sia il tentato omicidio di un altro uomo. La Balsamo venne trovata priva di vita in dirupo a Roncale, in Valtellina, il 24 agosto del 2014. Casula è stato arresto ad ottobre e, nel corso dell'udienza di martedì del processo a suo carico, è emerso che ha confessato entrambi gli episodi, che sarebbero avvenuti in preda a paranoie e allucinazioni.
La mattina del 24 agosto 2014, Veronica Balsamo, 23enne cameriera di Grosio (Sondrio) fidanzata di Casula, venne trovata senza vita in un dirupo a Roncale, in Valtellina, e le indagini collegarono poi la sua morte all'aggressione avvenuta nei confronti di Gianmario Lucchini, 35enne chierichetto di Grosotto, colpito con un cacciavite la notte stessa in cui morì Veronica, trovata a circa 200 metri dalla baita in cui viveva l'uomo.
Perizia psichiatrica, Casula solo parzialmente capace di intendere e di volere - Secondo la perizia psichiatrica discussa martedì davanti al gip Carlo Camnasio, Casula è solo parzialmente capace di intendere e di volere, ma è in grado di affrontare un processo ed è anche socialmente pericoloso. Dalla relazione e dalle domande poste dalle parti, nel corso dell'udienza, è emerso che il 18enne, apprendista saldatore, famiglia originaria della Sardegna, quella tragica sera del 24 agosto scorso non era pienamente capace di intendere e di volere poiché affetto da un disturbo psicotico riconducibile al consumo di cannabis, tesi da sempre sostenuta dalla difesa condotta dall'avvocato Francesco Romualdi.