Successe la stessa cosa a Cogne, Avetrana e Perugia
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Auto che passano, si fermano, qualcuno scatta una foto con il cellulare, e poi va via. Meta di questo triste, e inspiegabile pellegrinaggio la casa di Via Ungaretti, a Motta Visconti, dove la notte del 15 giugno Carlo Lissi, ha ucciso la moglie, Cristina Omes e i suoi due figli, Giulia, 5 anni, e Gabriele, appena 20 mesi, e poi come se niente fosse è andato a vedere la partita dell'Italia.
Un brutale triplice omicidio, un padre che si è trasformato in un carnefice, e la casa, solitamente luogo di affetti e intimità familiare, che si è trasformata nella villetta degli orrori. Ma alla gente non importa, nonostante il giorno dei funerali delle vittime, il parroco abbia chiesto il silenzio, il turismo del macabro non si ferma.
Anzi continua. E prima di Motta Visconti, c'era stata la villetta di via della Pergola a Perugia, dove fu assassinata la studentessa inglese Meredith Kercher. Sono passati sette anni, l'abitazione è stata messa recentemente in vendita, ma la gente che va nella cittadina umbra, sembra non resistere, e un passaggio con tanto di foto, è quasi d'obbligo.
Il luogo che più di ogni altro ha scatenato la curiosità morbosa delle persone, è però, la baita di Cogne, incastonata tra le montagne valdostane, dove Anna Maria Franzoni uccise suo figlio, Samuele, 3 anni.
Da Cogne alla villetta dei Misseri ad Avetrana. Qui tra la casa e il garage si è consumato uno degli omicidi più discussi degli ultimi anni: il sorriso di Sarah Scazzi, 15 anni, fu spezzato per sempre. Ma la villetta di via Deledda è diventata, un posto da immortalare, da fotografare.