La giovane passava troppo tempo davanti a uno schermo, quindi la mamma le ha ritirato i dispositivi. Dal gesto è nata anche una lite. L'ex marito lo viene a sapere e la querela: a processo l'accordo per la "messa alla prova"
Spegni smartphone e tablet e concediti un pomeriggio o una serata di "silenzio". Ne hai bisogno per staccare dalla quotidianità! © istockphoto
Vedeva la figlia passare intere giornate in camera tra cellulare e tablet, e quindi ha optato per una soluzione drastica: disconnessione forzata da Internet e social attraverso il ritiro di tutti i dispositivi. Un gesto che accomuna chissà quante madri, nel tentativo di schiodare i propri figli da quello schermo. Ma stavolta poteva costare caro: l'ex marito la querela e il processo sfocia in una messa alla prova della 50enne lecchese, che ora dovrà svolgere 180 ore di lavori socialmente utili in un Comune della Brianza.
Il fatto - Come riporta Il Giorno, l'episodio risale al dicembre 2018. La madre, stanca di vedere la figlia chiusa in casa con smartphone e tablet, le ritira i dispositivi. Ne nasce una lite, con la giovane - all'epoca minorenne - che si presenta al Pronto Soccorso dell'ospedale di Lecco per aver riportato alcune contusioni. Il padre - separato da qualche mese - viene a conoscenza del fatto e sporge querela. Dalle indagini emergono una serie di elementi che mandano la madre a processo per abuso di metodi correttivi e lesioni.
Il processo - Come spiega Il Giorno, durante la fase del dibattimento non è stato trovato un accordo tra le parti. Nonostante la richiesta del giudice, il padre non ha ritirato la querela. E allora si è deciso per la "messa alla prova", con lo svolgimento di servizi di pubblica utilità. La donna, in udienza, ha spiegato di aver "optato per questa scelta" solo per evitare alla figlia "di essere chiamata a testimoniare in un procedimento che l'avrebbe vista contrapposta al padre". La 50enne aveva comunque già risarcito la figlia e l'ex marito prima di finire in Aula.