Ora i migranti dovranno richiedere al Consolato di certificare l'impossibilità di rilasciare l'attestato richiesto dal Comune per accertare che non posseggano proprietà nel loro Paese d'origine
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Dopo le proteste per il regolamento del Comune di Lodi che aveva di fatto estromesso circa 200 bambini dalle agevolazioni sul prezzo della mensa a scuola, la giunta guidata dal sindaco leghista Sara Casanova ha varato le nuove linee guida che in qualche modo ammorbidiscono i criteri per accertare che i migranti non posseggano proprietà nel loro Paese d'origine. Ora sarà il Consolato a dover dichiarare l'impossibilità di rilasciare l'attestato.
Autocertificazione accompagnata dalla dichiarazione del Consolato - L'autocertificazione varrà, infatti, se è accompagnata da una dichiarazione resa dalla rappresentanza diplomatica che attesti l'impossibilità per quel Paese di rilasciare le certificazioni necessarie, o che attesti che la certificazione relativa ai beni immobili (o ai redditi e ai beni mobili) è limitata soltanto ad una porzione di territorio perché non esiste un elenco ricognitivo dell'intero territorio nazionale.
Nel caso dei Paesi che hanno sottoscritto la convenzione dell'Aia, sarà valida un'apostille (ovvero una certificazione che convalida sul piano internazionale gli atti). Se non è indicata una data di validità della certificazione, il certificato sarà ritenuto valido per diciotto mesi dalla data di rilascio da parte della competente autorità straniera, con possibilità di "proroga" fino alla conclusione del servizio per la fruizione del quale è stato prodotto.