Covid, un anno fa moriva il medico che diede l'allarme: fiori a Wuhan
© Afp
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Una spinta interiore ha fatto prendere parola a Marco Natali, mentre per caso si è trovato tra i manifestanti che mettevano in dubbio i morti per Covid e l'efficacia del siero. "Lo rifarei e invito i miei coetanei a immunizzarsi, non vedo perché non farlo", racconta a Tgcom24
Ha fatto un gran respiro, si è buttato in mezzo e in pochi istanti è riuscito a zittire i contestatori del Green pass, sabato, a Lodi. Era lì per caso, ma quando ha sentito che c'era chi metteva in dubbio i morti per Covid e l'efficacia del vaccino, si è scrollato di dosso la sua timidezza e tutto d'un fiato ha replicato: "Ho vent'anni, il 18 marzo 2020 ho perso mio padre, si era ammalato l'11 marzo e se ci fosse stato il vaccino sarebbe ancora qui". Poche parole per gelare una piazza e scomparire, senza attendere le reazioni dei manifestanti. "Lo rifarei e se solo uno avesse cambiato idea dopo il mio intervento, sarei soddisfatto - afferma a Tgcom24 Marco Natali, studente di Caselle Landi (Lodi). Suo padre, medico, è stato uno delle prime vittime del virus nel Lodigiano. - E ai miei coetani dico che non c'è motivo per non vaccinarsi".
Dove ha trovato il coraggio per fronteggiare la piazza dei No-Green pass?
"Non lo so neanche io, io sono molto schivo e riservato, ma ho sentito una spinta interiore quando alle mie orecchie sono giunte parole come: ' I morti di Covid non esistono, li hanno uccisi in ospedale'. Frasi che mi hanno fatto innervosire, pensando alla mia esperienza. E' stata una cosa istintiva. Ho parlato per pochi istanti e me ne sono andato subito, senza stare ad aspettare le reazioni dei presenti. Qualcuno di loro, mentre me ne andavo, si è complimentato con me, nonostante non fosse d'accordo con le mie idee. Non mi pento di quello che ho fatto, anzi credo che mi sarei pentito del contrario. E se solo uno, dopo le mie parole, avesse cambiato idea... Sa, fa effetto sentire parlare un ragazzo di 20 anni".
E ai 20enni indecisi se vaccinarsi o meno cosa direbbe?
"Non c'è un motivo per non vaccinarsi, fatelo. C'è chi dice che vogliono ucciderci: ma chi? Se volessero ucciderci troverebbero altri mille modi. E non sapremo mai cosa c'è dentro il vaccino, a meno che non si voglia spendere una vita intera a studiare nei laboratori. Tutto questo non ha senso: non so nemmeno allora come è fatto il mio letto...".
Suo padre era il medico del paese ed è stato uno dei primi caduti a inizio pandemia.
"Sì, a lui è stato intitolato l'ambulatorio del paese. Amava il suo lavoro e quando il Lodigiano è finito nell'occhio del ciclone, la prima zona rossa, non si è tirato indietro, faceva orari allucinanti, era sempre al telefono, non si risparmiava nelle visite pur se era mandato a mani nude, senza protezioni. Si è sentito male ed è stato subito ricoverato. E penso che un occhio in più per la mia famiglia era dovuto: si è ammalata anche mia madre infermiera e ancora oggi non si sente guarita completamente. Ero rimasto io a pensare a lei e a mia nonna e lei ci ha messo tempo a riprendersi, senza cure, solo con un antibiotico alla fine, restando chiusa in camera per tutto il tempo".
Una ferita ancora aperta ha lasciato il Covid nella sua famiglia?
"Io sabato in piazza ho fatto quello che era giusto fare. Come mio padre ha fatto in piena pandemia quello che era giusto fare. Lo so che se non l'avesse fatto sarebbe ancora qua con me, ma amava tantissimo il suo lavoro e non ci avrebbe mai ascoltato se gli avessimo detto di non andare, era testardo. Mio padre è stato un eroe, questo mi rimane".
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