La multinazionale dell'arredamento, in merito al licenziamento della donna (separata e con due figli di cui uno disabile) che lavorava allo store di Corsico (Mi), chiarisce: "Decisione difficile ma necessaria"
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"Pur avendo fatto il possibile per andare incontro alle richieste della lavoratrice", Ikea "ha ritenuto non accettabili" i "gravi e pubblici episodi di insubordinazione" di Marica Ricutti, la dipendente 39enne del negozio di Corsico (Milano) licenziata. È quanto scritto in una nota dalla multinazionale dell'arredamento per motivare il licenziamento della donna, separata e con due figli di cui uno disabile, i comportamenti della quale per l'azienda "hanno compromesso la relazione di fiducia" e portato a una "insostenibile situazione".
"Negli ultimi otto mesi la signora Ricutti ha lavorato meno di sette giorni al mese e, per circa la metà dei giorni lavorati, ha usufruito di cambi di turno e spostamenti di orario, concordati con i colleghi e con la direzione del negozio. Nell'ultimo periodo, in più occasioni, la lavoratrice, per sua stessa ammissione, si è autodeterminata l'orario di lavoro senza alcun preavviso né comunicazione di sorta, mettendo in gravi difficoltà i servizi dell'area che coordinava e il lavoro dei colleghi, creando disagi ai clienti e disservizi evidenti e non tollerabili", scrive l'azienda.
"Di fronte alla contestazione di tali episodi e alla richiesta di spiegazioni da parte dei suoi responsabili su questo comportamento, la signora Ricutti si è lasciata andare a gravi e pubblici episodi di insubordinazione. Sulla base dei propri valori, del rispetto dovuto alla totalità dei propri collaboratori e della cura dei propri clienti", Ikea ha dunque preso la decisione "difficile quanto necessaria" di interrompere il rapporto di lavoro.