In base alla ricostruzione di "Quarto Grado" il giovane inneggiava a Filippo Turetta e cercava informazioni su come far sparire le tracce di Dna in riferimento al caso di Yara Gambirasio
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Per l'uccisione di Maria Campai c'è stata premeditazione? Su questa ipotesi si concentrano gli inquirenti dopo l'autopsia che ha confermato la violenza dei colpi sferrati alla 42enne nel garage di Viadana (Mantova) da uno studente di 17 anni, in carcere con l'accusa di omicidio volontario, premeditato e occultamento di cadavere. Così ci si concentra sull'analisi del suo telefonino e sulle ricerche online effettuate negli ultimi tempi. E, oltre alle tecniche di soffocamento, compaiono anche il nome di Filippo Turetta e il caso di Yara Gambirasio.
A rafforzare l'ipotesi della premeditazione sarebbero soprattutto le ricerche in Internet effettuate dal giovane con il suo cellulare: emerge il desiderio di prendere informazioni pratiche per commettere un delitto. Dalla domanda "in quanto tempo brucia un corpo?" a "come avviene la morte per soffocamento" fino a "che fine fa il liquido seminale": "Quarto Grado" mostra alcune delle tante ricerche alle quali il 17enne ha cercato risposta navigando sul web.
Le ricerche prima dell'incontro - In alcuni messaggi il 17enne cerca informazioni sul Dna, riferendosi al caso di Yara Gambirasio, in altri scherza e inneggia a Filippo Turetta, a processo per l'uccisione di Giulia Cecchettin. Due ore prima di incontrare Maria, lo studente reo confesso tuttavia aveva concentrato le sue ricerche Internet sul soffocamento.
La confessione - Davanti al gip Laura D'Urbino, il minorenne ha raccontato come avrebbe fatto perdere i sensi alla 42enne dopo la discussione - degenerata - sul prezzo per il rapporto consumato a seguito di un appuntamento online.