Non è stata riconosciuta l'aggravante della premeditazione. La donna: "Sconterò la giusta pena". La vittima: "Hanno sottovalutato la vicenda"
© ansa
Sara Del Mastro, la 38enne che aggredì e sfregiò con l'acido l'ex fidanzato Giuseppe Morgante, è stata condannata a 7 anni e 10 mesi di carcere. Il Gip di Busto Arsizio non ha accolto le richieste dell'avvocato di parte civile Domenico Musicco, il quale puntava a 12 anni di reclusione con l'aggravante della premeditazione, che non è stata riconosciuta.
Del Mastro: "Sconterò la giusta condanna" "Ho sbagliato, non mi crederai, ma ogni giorno mi sento uno schifo perché ho rovinato per sempre la vita di un ragazzo di 30 anni". Sono le parole di Sara Del Mastro messe nero su bianco in una lettera che ha scritto proprio alla vittima della sua "vendetta" per essere stata lasciata. Il documento è stato depositato in aula, poco prima che il gip stabilisse la condanna a 7 anni e dieci mesi per la donna. "Il gesto che ho fatto è imperdonabile, ma è stato a seguito di alcune tue promesse che avevi fatto per tenermi tranquilla, come dici te". La donna ricorda poi alcuni momenti privati trascorsi con Giuseppe, e conclude: "Una volta scontata la mia giusta condanna, tornerò ad essere mamma e non ti importunerò più".
La vittima: "Hanno sottovalutato la vicenda" "Hanno sottovalutato tutti la vicenda perché io sono un uomo, grande e grosso, e lei una donna, me lo aspettavo che la sentenza sarebbe stata più bassa del previsto e ne sono amareggiato". Sono le parole di Giuseppe Morgante a margine della sentenza. "Il giudice, così come ha fatto il pm, non le ha riconosciuto l'aggravante della premeditazione, cosa che trovo inconcepibile - ha dichiarato l'avvocato di parte civile Domenico Musicco -. Del Mastro ha confessato di aver comperato l'acido il giorno prima, ditemi chi va in giro in auto con l'acido sotto il sedile. Ci aspettavamo il massimo della pena previsto per questo reato - ha aggiunto -, ad ogni modo sono contento per la liberta' condizionata a fine pena, garantira' a Giuseppe la tutela che merita".