SUL CORPO SEGNI DI VIOLENZA

Milano, bimbo di due anni trovato morto in casa | Il padre confessa: "L'ho picchiato per rabbia fino a ucciderlo"

L'allarme è stato lanciato dai genitori, ma, all'arrivo dei soccorsi e della polizia, in casa c'era solo la madre, una croata di 23 anni

22 Mag 2019 - 20:46
 © ansa

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Un bimbo di due anni è stato trovato senza vita all'interno di un appartamento alla periferia ovest di Milano. Sul corpo evidenti segni di violenza. L'allarme era stato lanciato dai genitori ma, all'arrivo dei soccorsi, in casa c'era solo la madre, una croata di 23 anni. Il padre, il 25enne Aljich Rhustic, ha poi confessato di aver ucciso il piccolo "in un momento di rabbia, picchiandolo fino a ucciderlo" dopo aver assunto hashish.

Milano, bimbo di due anni ucciso in casa

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L'uomo, accusato di omicidio volontario aggravato, ha compiuto "un gesto indegno di essere raccontato", ha affermato il capo della Squadra mobile, Lorenzo Bucossi.

La telefonata al centralino del 112 è arrivata alle 6:02 di mercoledì mattina. I genitori, in lacrime, hanno detto che il bambino aveva problemi respiratori, ma all'arrivo dei paramedici era già morto. Il bambino è stato trovato con i piedi legati, lividi e una ferita alla testa. La madre aveva fin da subito dato la colpa al marito.

La madre del piccolo, Silvija Z., ha già cinque figli ed è incinta del sesto. "Se lo avessi trovato prima della polizia lo avrei ammazzato, non c'è dubbio", ha raccontato Bardo Secic, prozio del sospettato, che alla notizia si è precipitato davanti al portone dello stabile dove abita la famiglia nella speranza di poter vedere un'ultima volta il piccolo. "Si merita l'ergastolo. E' un tipo irascibile e violento, la mia famiglia non gli parla da due anni, da quando mi ha aggredito senza motivo colpendomi alla testa con la fibbia della cintura. Ho ancora la cicatrice", dice.

Il fermo del padre - Rhustic si era reso subito irreperibile ed è stato poi individuato in un appartamento in zona Giambellino, non lontano dalla sua abitazione. Gli investigatori avevano localizzato il suo cellulare, ma temevano che se ne fosse liberato durante la fuga.

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