Il periodo trascorso in affidamento terapeutico dall'ex agente fotografico non è ritenuto valido e il beneficio è stato revocato. I giudici: "Questa è la soluzione adeguata"
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Fabrizio Corona deve restare in carcere e soprattutto dovrà scontare nuovamente i 5 mesi trascorsi in affidamento terapeutico che non sono stati ritenuti validi. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano, revocando il beneficio per l'ex agente fotografico, tornato in carcere il 25 marzo, e accogliendo la richiesta della Procura generale milanese.
Accolta la richiesta della Procura - Nel corso dell'ultima udienza davanti ai giudici, la Procura generale aveva chiesto che a Corona venisse definitivamente revocato l'affidamento per curarsi dalla dipendenza dalla cocaina che gli era stato concesso nel febbraio 2018 e che poi era stato sospeso lo scorso 25 marzo, quando l'ex agente fotografico è tornato in carcere. E la richiesta è stata accolta dai giudici.
Annullato il periodo trascorso in affidamento - L'avvocato generale, Nunzia Gatto, che già nei mesi scorso aveva più volte richiesto il ritorno dietro le sbarre di Corona, ora ha inoltre chiesto che il tempo trascorso in affidamento da Corona venisse, in sostanza, annullato e non valesse come pena scontata. I giudici col provvedimento, da poco inoltrato ai legali di Corona, hanno calcolato in circa 5 mesi il periodo di affidamento non ritenuto valido, a partire, in pratica, da novembre fino a fine marzo.
I giudici: "Carcere soluzione adeguata" - La "ripresa" del "percorso" in carcere rappresenta la "soluzione non solo necessitata ma anche adeguata" al "livello di consapevolezza" di Fabrizio Corona. E' questo quanto scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha deciso che l'ex agente fotografico deve rimanere in carcere perché un programma terapeutico fuori sarebbe per lui "inadeguato", date le continue violazioni delle regole. L'avvocato generale, Nunzia Gatto, in udienza tre giorni fa aveva parlato di "delirio di onnipotenza" da parte di Corona.
La difesa puntava su un affidamento "semi-residenziale" - I legali Andrea Marini e Antonella Minieri, assieme al difensore storico di Corona, Ivano Chiesa, puntavano sulla concessione di un nuovo affidamento terapeutico, stavolta con una serie di restrizioni, tra cui la frequentazione costante di una comunità. In particolare, la difesa voleva ottenere un affidamento cosiddetto 'semi-residenziale', ossia con la possibilità per lui di dormire a casa, ma con l'obbligo di frequentare costantemente, almeno tre giorni a settimana, una comunita' terapeutica.
Le violazioni che hanno portato alla sospensione dell'affidamento - L'affidamento era stato sospeso a fine marzo su decisione del giudice Simone Luerti per una lunga serie di violazioni delle prescrizioni. In particolare, per la sua "insofferenza" alle regole e per la sua "incomprensione" della misura dell' affidamento, manifestata dall'ex "re dei paparazzi" sia in un video su Instagram sia in un'intervista di fine febbraio. Il giudice aveva anche segnalato che il comportamento di Corona nei confronti di Riccardo Fogli, ossia l'aver parlato di un presunto tradimento della moglie dell'ex componente dei Pooh durante la trasmissione 'L'isola dei famosi', non era strato "congruo".