L'imprenditore Luciano Tamini, che si è spento a 85 anni, ha stabilito come ultime volontà che 15mila euro andassero agli operai e 10mila agli impiegati
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Quindicimila euro a ogni operaio, 10mila a ogni impiegato e otto ore di permesso per partecipare al suo funerale. Queste le ultime volontà dell'imprenditore Luciano Tamini, scomparso il 1° luglio all'età di 85 anni, patron dell'omonima azienda di famiglia, che si occupa di produrre trasformatori elettrici, con sede nell'hinterland milanese. La lista degli imprenditori-benefattori alla loro morte si allunga.
Sono circa 300 i lavoratori della Tamini che usufruiranno di questo lascito: tutti coloro, cioè, che erano alle dipendenze dell'azienda al momento della cessione al gruppo Terna e che vi lavorano ancora.
La Tamini fu fondata 101 anni a Milano; a 21 anni Luciano ne prese le redini facendo diventare la sede di produzione di Melegnano "la Ferrari dei trasformatori". Nel 2014 la cessione a Terna ; nel 2016, nel centenario del marchio, arrivano la cassaintegrazione e l'estromissione del patron dalla carica di presidente onorario. Poi una breve malattia e la morte, con sorpresa finale.