Accettata l'istanza dei familiari del giovane Andrea De Nando: presto sarà fissata la data del nuovo processo che potrà portare all'applicazione della pena aggiuntiva
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Una condanna definitiva a tre anni e otto mesi per omicidio colposo per aver investito e ucciso un quindicenne non è bastata per ritirare la patente all'automobilista che il 20 gennaio del 2011 pose fine a Peschiera Borromeo, nel Milanese, alla vita di Andrea De Nando. Nei vari gradi di giudizio, i magistrati sembrano infatti "aver dimenticato" di sospendere la patente all'uomo, come invece previsto dal codice della strada.
Come racconta il quotidiano "La Repubblica", solo l'istanza presentata alla Procura generale dalla famiglia della vittima in cui si chiede un nuovo processo per l'applicazione della pena aggiuntiva potrà sanare questa "anomalia".
"Negli scorsi giorni - racconta al quotidiano il legale dei De Nando, Domenico Musicco - abbiamo avuto la conferma definitiva dell'accettazione del nostro ricorso. Ora siamo in attesa di conoscere la data di inizio del nuovo processo".
"Purtroppo, per quanto incredibile - prosegue Musicco -, non si tratta di un caso isolato. Sono diversi gli omicidi stradali che si concludono con il condannato che continua a guidare come se nulla fosse. La storia di De Nando costituisce un importante precedente".