Arrestata Lara Comi: le tappe della sua carriera
© Ansa-Centimetri
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Diversi, secondo la procura, i metodi corruttivi: dalle false fatturazioni fino agli incarichi fittizi attribuiti a professionisti. L'ex forzista era già finita nei verbali dell'inchiesta di maggio quando veniva insultata dal suo coordinatore di partito: "E' una cretina"
La Gdf di Milano e di Busto Arsizio ha arrestato l'ex eurodeputata di FI Lara Comi, l'a.d. dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni (entrambi ai domiciliari) e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere). Gli arresti riguardano un nuovo filone dell'indagine "Mensa dei Poveri" che portò a 43 misure cautelari. La Comi avrebbe sfruttato il proprio ruolo pubblico per ottenere "il massimo vantaggio in termini economici".
Sono previsti per lunedì gli interrogatori di garanzia di Comi, Orrigoni e Zingale da parte del gip Raffaella Mascarino. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, dopo l'esecuzione di 43 provvedimenti di limitazione della libertà personale eseguiti il 7 maggio 2019, hanno fatto emergere l'ipotesi di altri reati tra i quali la corruzione, la truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e il finanziamento illecito ai partiti e ai politici. Questi ultimi realizzati da amministratori locali, imprese e professionisti.
False fatturazioni Secondo la procura, gli arrestati facevano ricorso a false fatturazioni tra imprese oppure all`attribuzione - da parte di società pubbliche - di incarichi di consulenza fittizi o inutili o solo formali, per occultare il pagamento del prezzo della corruzione per ottenere favori nelle procedure amministrative. Gli ultimi arresti sono frutto dell'indagine relativa a vicende avvenute successivamente agli arresti del 7 maggio.
Tali fatti fanno ritenere riguardano l'ottenimento da parte di un imprenditore varesino del cambio di destinazione urbanistica di un'importante area, da industriale a commerciale, nell'ambito della variante generale al Piano di governo del Territorio di un Comune del Varesotto in fase di approntamento, per potervi edificare un`attività commerciale. A questi si aggiungono i fittizi incarichi assegnate a professionisti e imprese a partecipazione pubblica compiacenti in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell`incarico stesso.
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Comi sfruttava la sua rete di conoscenze "Dall'esame degli elementi indiziari emerge la peculiare abilità che l'indagata Comi ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre" dal ruolo pubblico "di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità". Così il gip di Milano, Raffaella Mascarino, nell'ordinanza di arresto per l'ex europarlamentare e altri due.
Tra i reati ipotizzati ci sono la truffa ai danni del bilancio dell'Unione europea per i contratti fittizi di collaborazione con spese a carico del Parlamento Ue; finanziamenti illeciti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio 2019; l'emissione di fatture false, allo scopo di occultare i predetti reati. Lara Comi è stata arrestata in quanto professionista che avrebbe ricevuto diversi incarichi fittizi anche da società a partecipazione pubblica. "Nonostante la giovane età, Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all'incameramento di finanziamento illeciti", si legge ancora nell'ordinanza di custodia cautelare.
Comi intercettata: "Dirò che non ho preso soldi" "Oggi io dirò che non ho mai preso 17K non ho mai avuto consulenze con Afol né a società a me collegate che non esistono... Se mi chiedono perché dicono questo posso dire che eri tu che facevi loro consulenza". Così Lara Comi in una conversazione intercettata mentre parla con l'avvocato Bergamaschi, sua collaboratrice, fa riferimento a 17mila euro che avrebbe ottenuto da Afol.
Gli insulti di Caianiello alla Comi: "E' una cretina" Il presunto burattinaio di tutta la rete di mazzette era Nino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia di Varese che ora sta collaborando con gli investigatori per alleggerire la sua posizione. E nelle intercettazioni, finite agli atti dell'inchiesta "Mensa dei poveri" ci sono anche gli insulti che Caianiello lanciava contro la Comi: "Veniamo sulle due cose, uno questa cretina della Lara a che punto stiamo? (Lara Comi, ndr) perché io la vedo stasera, così gli faccio lo shampoo", diceva Caianiello, intercettato il 29 novembre 2018, parlando con Zingale che gli rispondeva: "il 17 già liquidato, 21 gli ho fatto il contratto". Il riferimento, secondo gli investigatori, era a contratti di consulenza per un importo preliminare di 38mila euro da parte di Afol ad una società riconducibile a Comi, anche ex responsabile 'azzurra' a Varese, ruolo che aveva ricoperto in passato proprio Caianiello, il 'ras' dei voti in quell'area e che sulle nomine e i finanziamenti che gestiva si aspettava in cambio una "retrocessione" di soldi.
"Il mio scopo era quello di trovare ulteriori fondi per finanziare la campagna elettorale di Tatarella (ex vicecoordinatore lombardo di FI poi arrestato, ndr), mio principale candidato alle elezioni europee, unitamente alla Comi", ha messo a verbale il 13 settembre proprio Caianiello. In due verbali resi, poi, Andrea Aliverti, ex addetto stampa dell'allora eurodeputata, aveva ricostruito tutto il meccanismo della presunta truffa ai danni del Parlamento europeo. Mentre Laura Bordonaro, anche lei arrestata nel maxi blitz del 7 maggio, ha raccontato che nel corso di un pranzo, durante il congresso del Ppe di fine settembre 2018, Caianiello, Comi e Carmine Gorrasi, ex responsabile di FI a Varese, avrebbero discusso della "necessità" di costituire società per far transitare soldi "al fine sia di realizzare finanziamenti elettorali che di far rientrare parte dei soldi al burattinaio".