Milano, madre e figlio sgozzati: arrestato l'omicida, ha confessato
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Fermato un 37enne salvadoregno amico di famiglia della vittima. Avrebbe ucciso la donna perché l'aveva rifiutato e il piccolo perché era un "testimone scomodo". L'uomo quella sera aveva bevuto più di venti birre
Un 37enne è stato fermato per l'omicidio della dominicana Libanny Mejia e di suo figlio Leandro, 3 anni e mezzo, sgozzati martedì a Milano. Il fermato, Victor Hugo Menjivar, è un salvadoregno amico di famiglia della vittima che ha confessato il duplice delitto dopo un lungo interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Alberto Nobili e al pm Gianluca Prisco. Pare che l'omicida avesse tentato delle avance nei confronti della donna, venendo però respinto.
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Stando a quanto ricostruito, il salvadoregno, amico della donna, sposato e con un altro figlio in arrivo, era andato a cena lunedì a casa di lei portando anche suo figlio che giocava spesso con il bimbo della dominicana. La donna era anche amica della moglie del fermato.
Dopo aver mangiato e bevuto, e mentre i bimbi erano in un'altra stanza, l'uomo ha iniziato a tentare un approccio sessuale con lei, ma è stato respinto. Ha insistito a lungo e all'ennesimo rifiuto ha preso un coltello dalla cucina. La donna allora ha cercato di salvarsi la vita offrendosi a lui, ma l'uomo, che come ha detto agli inquirenti aveva perso la testa ed era molto ubriaco, a quel punto l'ha sgozzata.
Ha cercato poi di nascondere il cadavere dietro al divano per non farlo vedere ai bambini, che intanto avevano sentito le urla. Poi la decisione di sgozzare anche il figlio di lei. Dopo il duplice omicidio è uscito dalla casa e ha gettato il coltello in via Primaticcio e, dopo la confessione, l'ha fatto ritrovare agli investigatori.
Tra i particolari emersi dall'interrogatorio è che il fermato quella sera aveva bevuto più di 20 birre. L'uomo avrebbe poi detto agli inquirenti di aver ucciso il piccolo Leandro perché era un testimone scomodo, in quanto aveva visto il 37enne uccidere la donna.
I pm hanno chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere con le accuse di duplice omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e dal fatto che il secondo omicidio, quello del bimbo, è stato commesso per cercare di sfuggire alle responsabilità per il primo. Ora spetterà al gip interrogare il fermato e decidere sulla convalida e la misura cautelare.