I manifestanti contestano la decisione di chiudere il centro accoglienza di via Corelli, che dovrebbe essere trasformato in una struttura per il rimpatrio
Alcune migliaia di persone sono scese in piazza a Milano per protestare contro la decisione del ministero dell'Interno di chiudere il centro di accoglienza per richiedenti asilo di via Corelli. Secondo Matteo Salvini, la struttura deve invece trasformarsi in un centro per il rimpatrio. Al corteo hanno partecipato anarchici e centri sociali, ma anche associazioni cattoliche che si occupano di migrazioni, sotto lo slogan "mai più lager".
Tra gli striscioni esibiti dai manifestanti le scritte "Lega Salvini e lascialo legato" e "Lega ladrona. Salvini casta". Le forze dell'ordine hanno riferito che non ci sono state tensioni e che il corteo ha seguito il percorso prestabilito, senza disordini o tafferugli.
Il "manifesto" della protesta - Sulla pagina Web del centro sociale Cantiere si possono leggere alcune dichiarazioni di principio relative ai motivi della manifestazione e dell'impegno verso i migranti: "Ad accusarci di 'buonismo' - si legge - sarà solo chi è così cieco da non avere ancora compreso che gli stranieri nel nostro Paese sono solo le cavie dell'ultimo stadio dell'esperimento di successo, avviato negli anni Novanta, di marginalizzazione delle minoranze e delle diversità, di sfruttamento delle categorie più deboli, ma anche di progressiva precarizzazione dei diritti civili, sociali e politici, che interessano tutte e tutti. Mentre l'istigazione all'odio dello straniero (ormai... istituzionalizzata) è solo l'arma di distrazione di massa per mimetizzare questo processo trasversale, oltre ad essere il fondamento di una irresponsabile strategia elettorale, allo stato - anzi, allo Stato - purtroppo vincente".