Il quadro, dal titolo "Concetto spaziale 1962", è stato trafugato nella notte. Il suo valore è di 500mila euro
© ansa
Un quadro di Lucio Fontana è stato trafugato nella notte a Milano. A renderlo noto sono stati i carabinieri allertati dai vigilantes del Museo Pecci in Ripa di Porta Ticinese da cui il dipinto è stato asportato. Il quadro dal titolo "Concetto spaziale 1962" è di ingente valore. I ladri sono entrati dal cortile forzando un braccio motore di un cancello elettrico.
Gli investigatori stanno cercando telecamere di sorveglianza che possano fornire elementi utili all'individuazione dei ladri. Al momento non sono emerse segnalazioni di testimoni. Il quadro in questione era al centro di un'esposizione (dal 21 gennaio al 15 febbraio) che accostava l'opera di Fontana a un'altra di Anish Kapoor, presente con "Here and There" del 1987. Il "Concetto spaziale 1962" è apparso sul catalogo generale dell'artista nel 1986, e il 30 novembre scorso è stato presentato a un'asta, a Prato, andata invenduta. Il valore è di 500mila euro.
L'opera appartiene ad un privato cittadino. La casa d'aste pratese "Farsetti Arte"', a cui era stata attribuita la proprietà, ha chiarito di non essere stata mai nella disponibilità della tela. "Abbiamo solo messo all'asta l'opera per conto di un privato l'anno scorso. Era stata venduta ad un privato - spiega Franco Farsetti per un prezzo vicino al mezzo milione di euro. Nei giorni scorsi, essendo l'opera in deposito, era stata chiesta la disponibilità per poterla esporre al museo Pecci di Milano". Sempre secondo Farsetti l'opera sarebbe assicurata per 700mila euro.
Il critico Enrico Crispolti ha definito l'opera "una evoluzione pittorica delle Nature realizzate in terracotta (1959-1960), con la sua densa superficie a olio rosa su cui riecheggiano le incisioni concentriche e il rilievo plastico aperto sullo squarcio profondo, un "taglio" slabbrato inferto nella tela che attira verso una profondità fisica, dinamica, lontana dalla sospensione nel tempo assoluto, metafisico delle Attese (1958-1968)". Quest'opera rappresenta "un atto di violenta appropriazione che Fontana compie nella tersa materia del campo pittorico, ma soprattutto una possibilità di un'immagine, configurata in una sorta di rapporto sensuale, carnale, ma malgrado l'artificiosità lussureggiante e spiazzante delle scelte cromatiche anche di segno doloroso".